Bluetooth, spettacolo scritto da Gianni Clementi per la regia di Claudio Boccaccini, è interpretato da Francesco Pannofino ed è in scena fino al 17 aprile al Teatro della Cometa.
Primo monologo teatrale della carriera dell’attore, molto amato per il suo ruolo nella serie nostrana Boris nonchè doppiatore cinematografico di tante star hollywoodiane, è imperniato sulla vicenda di un uomo che fa la statua vivente di Sancho Panza, celebre servitore del Don Chisciotte di Cervantes, e trascorre le proprie giornate immobile su un piedistallo, in una delle tante piazze di Roma, in attesa di ricevere qualche monetina dai passanti.
Tuttavia, mentre egli è in strada, il cognato, che dovrebbe interpretare Don Chisciotte, tarda ad arrivare e perciò la gente stenta a capire chi sia il personaggio interpretato.
Sancho Panza, in questo monologo, rappresenta non solo l’omonimo del noto romanzo, ma anche un generico spagnolo trapiantato a Roma che ripercorre la storia d’Italia partendo dal 1944, passando per le tragedie di Aushwitz e l’omicidio di Aldo Moro fino ad arrivare ai giorni nostri.
Il monologo si intitola Bluetooth dal nome dell’apparecchio che Pannofino ha all’orecchio per poter parlare al cellulare con la moglie nella sua immobilità forzata, oltre ad esser usato dai passanti della piazza, per cui sembra che parlino con lui mentre in realtà sono impegnati in altre conversazioni.
L’attore intrattiene per 80 minuti, in un one man show brillante ed ambizioso, il pubblico, entrando ed uscendo dal personaggio, costantemente interrotto nel monologo da una serie di comunicazioni pervenutegli il suo bluetooth.
Francesco Pannofino dimostra la propria versatilità attoriale nelle vesti inedite di cantante ed interpretando brani scritti e musicati da lui stesso, che raccontano in musica la storia dell’Italia.
Monia Zambernardi