Da 36 ore un poliziotto sta interrogando un giovane marchettaro, autoaccusatosi dell’omicidio di un coetaneo.
Chi è questo disorientato, agitatissimo, ragazzo? Quali sono movente e rapporto con la vittima, uno studente universitario di buona famiglia e vicino agli ambienti della destra reazionaria?
A casa con Claude è un giallo dell’anima: parte col pretesto di metter scena una crime story ma in realtà è un’immersione nella psiche e nell’emotività di un diseredato nella sua complessità: Yves, il protagonista, è un efebico figlio della strada, che non maledice la sua condizione di prostituto ma, al contrario, ha trovato sicurezza ed un rituale quotidiano in essa, finché l’incontro con Claude, la sua futura vittima, non ha sovvertito ciò minando l’equilibrio precario di un’esistenza anomala per i più.
Il modo in cui ciò sia accaduto, lo spettatore lo scoprirà nel corso dello spettacolo adattato dall’omonimo testo del drammaturgo canadese Renè Daniel Dubois da Giuseppe Bucci, regista ed autore della versione italiana.
Il testo di Dubois non spicca per originalità nella prospettiva con cui affronta la tematica della diversità nel microcosmo metropolitano, tuttavia adotta uno stile allucinato e frammentario che restituisce straordinariamente lo spaesamento esistenziale di Ives; la frattura interiore tra ciò che desidera e ciò che crede di meritare e dove questa contrapposizione lo condurrà.
L’indagine condotta dal rude poliziotto si scompone tra realtà ed allucinazioni, attraverso scelte stilistiche e messa in scena molto azzeccate ed ipnotiche e la regia di Bucci esalta ed accentua questi aspetti del testo, anche grazie alle buone interpretazioni di Dario Guidi e Carlo Di Maio ed a musiche e luci indovinate.
La fisicità contrapposta dei due protagonisti ne esacerba differenze e contrasti: il poliziotto- Carlo Di Maio- è un uomo imponente, dagli abiti formali ed un lungo trench bordeaux; trasuda una mascolinità dominante e detesta dover trascorrere del tempo con il frocio omicida.
Yves è delicato e minuto, ha un abbigliamento sportivo tipico della sua giovane età e si muove a scatti, tranne quando è preda delle sue allucinazioni; lì emerge la sua ferina sessualità ed il desiderio carnale compulsivo che lo rendono vittima e boia di se stesso.
Di Maio e Guidi fanno in scena un lavoro corporeo e vocale molto riuscito, catturando l’attenzione del pubblico con le proprie interpretazioni.
A casa con Claude rappresenta un’amara parabola sull’impossibilità di riscattarsi dal proprio destino d’un fanciullo votato alla tragedia e l’emarginazione; insinua e sottende, lasciando allo spettatore la libertà di trarre le proprie conclusioni riguardo l’amaro epilogo.
In scena presso il Teatro Lo Spazio fino all’11 dicembre.
Roberto Cesano