Aggiungi un posto a tavola @ Teatro Brancaccio – Roma

Il Teatro Brancaccio festeggia i suoi ottanta anni riportando in scena, grazie all’impegno produttivo di Alessandro Longobardi, uno spettacolo che da oltre quarant’anni incanta e conquista il pubblico di tutto il mondo con la sua freschezza senza tempo e le sue melodie famose: Aggiungi un posto a tavola di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, scritta da Jaja Fiastri, che fu ispirata dalla casuale scoperta del libro After me the deluge di David Forrest.

Una delle più amate commedie musicali italiane rappresentata per la prima volta nel 1974 al Teatro Sistina, tradotta in tantissime lingue e portata in scena in trenta edizioni diverse con milioni di spettatori. Una storia senza tempo, in un’epoca che non può essere definita ed in un luogo che potrebbe essere qualunque nel mondo: quando si alza il sipario il tempo viene sospeso ed il pubblico entra con gli attori sul palco in una bella favola, si immedesima in uno dei personaggi di quel paesino sperduto, con il quale il Signore si mette in contatto tramite il parroco e annuncia un secondo diluvio universale ordinando di costruire un’arca per salvare gli abitanti del paese.

Gianluca Guidi riprende la regia e, dopo otto anni dalla precedente edizione, rimette i panni del famoso Don Silvestro, un sacerdote scanzonato, ironico, coraggioso anche se un po’ fragile nella sua umanità, disposto a fare qualunque cosa pur di salvare la sua piccola comunità dal preannunciato diluvio. Divertenti le sue interazione con la “Voce di lassù”, regalata da uno straordinario Enzo Garinei, voce fuori scena ma protagonista di tutta la commedia. L’avido e strambo sindaco Crispino, interpretato da uno strepitoso Marco Simeoli, cercherà di ostacolare i concittadini nell’impresa, scettico sulla effettiva chiamata dall’aldilà e preoccupato di perdere i suoi guadagni con il legno che servirà per la costruzione dell’arca. La moglie del sindaco è Ortensia, interpretata dalla bravissima Francesca Nunzi, popolare sulle scene romane e sempre frizzante sul palco, In paese, arriva poi la bellissima Consolazione, interpretata da una spumeggiante Emy Bergamo, che crea scompiglio tra gli uomini e che alla fine viene conquistata dalla semplicità e dalla purezza di cuore di Toto, interpretato da un meraviglioso Pietro Di Blasio. Giunti al momento di salire sull’arca e a causa di Crispino e della sua invidia e del poco coraggio degli altri paesani, Don Silvestro si ritroverà da solo con Clementina, interpretata da una giovanissima e fantastica Beatrice Arnera, figlia di Crispino e perdutamente innamorata del parroco. Don Silvestro non vuole abbandonare la sua comunità al suo destino, rinuncia alla sua salvezza decidendo di scendere anche lui dall’arca, così il Signore decide di far smettere il diluvio e di salvare l’umanità. Il lieto fine si festeggia a tavola, dove è stato lasciato un posto in più. Nello stupore emozionato del pubblico, una colomba bianca plana sul palco e si posa sulla sedia vuota al centro del palco.

Una commedia attuale, che lancia un messaggio di solidarietà e di accettazione del diverso, in un periodo storico come questo in cui è così vivace il dibattito sull’accoglienza e sulla integrazione.

La coreografia è affidata a Gino Landi ed l’ensemble è strepitoso e pieno di energia, trasferisce sul pubblico un sorriso contagioso e una bella sensazione di serenità e allegria.

Le musiche immortali di Armando Trovajoli sono bellissime e ben note a tutti e sono eseguite dal vivo con un’orchestra composta da sedici elementi, diretta dal Maestro Maurizio Abeni, regalando emozioni di altri tempi.

Meravigliosa anche la scenografia di Gabriele Moreschi, che ha adattato il progetto originale di Giulio Coltellacci. Una doppia pedana girevole, ambientazioni sempre nuove e sorprendenti, una macchina complessa da gestire con un meccanismo perfetto, che necessita di movimenti scenici precisi da parte degli attori: un colpo d’occhio davvero incantevole. Una menzione speciale merita la scena del diluvio, un sorprendente gioco di luci e proiezioni su un invisibile telo velato materializzano pioggia, lampi, fulmini in un effetto strabiliante: merito del disegno luci di Umile Vainieri.

Anche i costumi sono ripresi dal disegno originale di Giulio Coltellacci e adattati da Francesca Grossi: deliziose tonalità pastello e taglio classico per tutti, tranne una piccola nota fuori contesto nel quadro d’insieme per i pantaloni bianchi un po’ troppo moderni indossati da Clementina.

Uno spettacolo divertente, ironico, piacevole che racconta una storia semplice, abbracciando i gusti dello spettatore di ogni età: uno sguardo sui buoni sentimenti, sull’amicizia, sull’amore, sulla solidarietà, un arguto spunto di riflessione sulla religione e i suoi dogmi, un invito alla condivisione e alla dedizione.

In questa edizione spicca il talento degli attori e dei ballerini del cast, un brillante e ironico Gianluca Guidi, che sa fare onore all’eredità di suo padre nell’interpretare un Don Silvestro ironico e irriverente.

Assolutamente da non perdere, fino al 26 Novembre al Teatro Brancaccio.

Claudia Belli