L’entrata in scena al pari di Liza Minnelli intonando I need your love, I want your love già introduce quello che sarà il filo conduttore dello spettacolo: la musica.
Quando nel 2010 gli amici del conservatorio di Milano decisero di consegnarle il premio Una Vita per la Musica, Lella Costa era incredula e convinta che fondamentalmente era tutto un errore ed invece, da un’attenta riesamina dei copioni delle sue opere, è emerso come in effetti la musica ne fosse una costante comune tanto da paragonare i suoi testi ad uno spartito vero e proprio.
Ma il tema comune non è solo la musica, è anche la memoria e per questo è nato lo spettacolo Arie (piccole romanze recitate). È una raccolta di monologhi del passato accompagnati egregiamente dalla musica di musicisti quali Bollani e Fresu.
La necessità di riproporre queste piccole romanze recitate rappresenta non solo una rivisitazione del passato ma anche il tentativo di ricomporre in unico spettacolo dei momenti che in apparenza sembrerebbero molto distanti tra di loro. Ecco perché la memoria del passato ritorna, una memoria che cerca di fondere e di plasmare opere diverse nel tentativo di un prodotto unico che sorprendentemente all’ attrice è riuscito perfettamente. Raramente i remake riescono cosi bene ma proprio perché non sono singoli episodi di vita ma rappresentano la vita intera unita ad un sottofondo di musica e di ricordi.
Una frase della Costa colpisce e forse spiega il vero motivo di tutto ciò: la memoria della vita non la ritrovi più. Ma il suo audace tentativo è riuscito bene creando la giusta amalgama scandita dal ritmo di un pentagramma a cui fanno riferimento diversi strumenti musicali: gli attori della vita. E allora ecco che Alice nel paese delle meraviglie e Alice attraverso lo specchio che vede tutto al contrario, un mondo opposto, ma forse il vero mondo perché questo rappresenta l’unico modo per non fermarsi davanti all’apparenza ma cercare di andare oltre. E’ vero, bisogna battere il tempo, bisogna ingannare il tempo e per questo motivo dobbiamo correre sempre più velocemente altrimenti rischiamo di rimanere sempre nello stesso posto e saremo sempre spettatori passivi della vita proprio come la scena della corsa della regina e di Alice, che corrono fino a perdere il fiato per ritrovarsi nello stesso punto di partenza: “Al mio paese , se corri molto e per lungo tempo come abbiamo fatto, dovresti arrivare da qualche parte” recitava Alice alla regina, “Una ben lenta specie di paese!” rispondeva la Regina. “Ora, qui, come vedi, correndo finché puoi, resti nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche parte, devi correre almeno due volte più veloce di così”. Un triste realtà nella ricerca affannosa di qualcosa ma con la sensazione di non fare mai abbastanza.
Ma la memoria la si ritrova anche alla fine dello spettacolo quando Lella ripropone Il Discorso agli Ateniesi di Pericle nel tentativo di rileggere un passato così attuale con gli occhi ed il cervello di oggi riportando nello spettacolo anche temi a lei più cari quali le donne e della guerra.
La Costa ha colto in pieno la richiesta che il pubblico le ha fatto. Non è come quel marito disattento che chiede insistentemente che regalo voglia mai la moglie per Natale; l’ attrice ha capito perfettamente il regalo che ognuno di noi che la segue da ormai tanti anni voleva da lei.
Questo regalo la Costa ce lo fa con Arie che sarà in scena al Teatro Vittoria di Roma fino al 12 Febbraio 2012.
Roberto Baldelli