Dal 4 al 14 Aprile, il Teatro Ghione si trasforma nel non-luogo per eccellenza del Teatro dell’Assurdo, ovvero il mondo di Aspettando Godot di Samuel Beckett, diretto da un magistrale Maurizio Scaparro, nella traduzione curata da Carlo Fruttero.
La tragicommedia di uno dei padri di tale filone post-moderno manifesta un senso di vaga angoscia metafisica di fronte all’assurdità burlesca della condizione umana, rivelando il fallimento della comunicazione e della comprensione nella società moderna che lascia l’uomo alienato.
L’opera ruota attorno la conversazione, apparentemente strampalata e priva di senso, tra Vladimir e Estragon, , due vagabondi che si ritrovano sotto un salice spoglio per attendere l’arrivo del misterioso Godot, il quale gli fa sapere, tramite corriere alla fine di ogni atto, che sicuramente apparirà il giorno dopo.
I due incontrano poi Lucky e Pozzo, un energumeno da circo e il suo battuto ma fedele servo. Essi discutono delle loro miserie e delle loro battaglie nella vita, arrivando a pensare di impiccarsi, pur di passare del tempo, eppure aspettano.
Che facciamo adesso? si chiedono, rispondendosi Aspettiamo Godot.
Antonio Salines, Gogo, e Luciano Virgilio, Didi, offrono una performance impeccabile, di una naturalezza estrema che fa ridere e riflettere costantemente, durante i due atti.
Nonostante il climax sia decostruito in più parti, gli attori trascinano il pubblico tra i meandri di una conversazione che lascia incantati.
Edoardo Siravo, Pozzo, e Fabrizio Bordignon, Lucky impostano da subito il ritmo della scena senza mai deludere le aspettative del pubblico, che segue attentamente gli assurdi dialoghi.
Bravo, seppur con un numero limitato di battute, anche Gabrielle Cicirello nei panni del pastorello.
Gli attori sono tutti abilissimi; padroni dello spazio scenico e in grado di brillare in questa interessante trasposizione di Maurizio Scaparro.
Le musiche e gli effetti sonori, che dovrebbero accompagnare i dialoghi, non aggiungono molto alla resa dello spettacolo in realtà.
Scena e luci davvero ben fatte d’un minimalismo apprezzabile, capace di lasciare spazio al copione.
I costumi sono a e, data la natura minimalista della scenografia, potrebbero essere leggermente più elaborati e decadenti.
Quest’opera è un classico del teatro del XX secolo, da vedere assolutamente.
Aspettando Godot sarà in scena dal giovedì al sabato alle ore 21:00 e la domenica alle ore 17:00.
Fabrizio Funari