Atti unici – Pirandelliana 2015 @ Giardino della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio – Roma

marcello amici in la patenteIn una suggestiva location, il Giardino della Basilica dei Santi Bonifacio ed Alessio a Piazza Sant’Alessi, la compagnia teatrale La Bottega delle Maschere, con la regia di Marcello Amici, mette in scena degli atti unici tratti da Pirandello: L’imbecille, Bellavita, L’uomo dal fiore in bocca, La patente.

La scenografia é essenziale, evidenziando maggiormente il ruolo preponderante dell’attore e delle sue capacità recitative .

L’imbecille é la prima opera messa in scena ed imbecille sarebbe un giovane malato di tisi che si suicida impiccandosi. Il direttore del giornale commenta la vicenda in maniera cinica, affermando che il giovane ,prima di suicidarsi, avrebbe dovuto andare a Roma ad uccidere un senatore a capo del movimento politico avversario. Luca Fazio é un giovane studente ammalato a sua volta di tisi e tornato a morire nel suo paese, che leggendo Il commento del direttore decide di non comportarsi anch’egli come un imbecille e di compiere un omicidio politico. Tuttavia, come di consueto nella poetica pirandelliana, le cose non sono come appaiono e la vicenda terminerà con un amaro ribaltamento dei ruoli tra i protagonisti.

Bellavita, la seconda opera in scena, ha come protagonista un marito tradito e deriso, rimasto vedovo, che escogita una vendetta: Pieno di rispetto e ossequio, inizia a seguire come un ombra l’amante di sua moglie  perché vuole, semplicemente, condividere il dolore per la perdita della donna che entrambi hanno amato. L’amante tenta inutilmente di liberarsi della soffocante presenza di Bellavita, utilizzando anche come intermediario un avvocato, ma nulla dissuade il vedovo dalla sua inusuale vendetta.

L’uomo dal fiore in bocca dà inizio alla seconda parte della serata: di notte, in una stazione ferroviaria, un uomo racconta ad un passeggero, che ha perduto il treno, della sua voglia di aggrapparsi alla fantasia ed alla vita poiché, a causa della presenza di un epitelioma sotto il labbro, sta per morire e da quando lo ha saputo non vuole perdersi un attimo della vita, mentre la sua compagna lo vorrebbe a casa e lo segue fedelmente ovunque vada. Quando si congeda dal passeggero, gli chiede un piacere: arrivato a destinazione dovrà contare i fili del primo e più grosso cespuglio che troverà per strada; il loro numero corrisponderà ai giorni che rimangono al morente.

In La patente, ultima opera in scena, Chiarchiaro è uno iettatore; un povero padre di famiglia e lavoratore onesto che viene cacciato dal lavoro proprio perché additato come portajella, ed è impossibilitato a mantenere la moglie paralitica e le  due giovani figlie. Chiede, perciò, ad un giudice il riconoscimento ufficiale di quella sua potenza terribile che è ormai il solo e unico capitale in suo possesso. La patente di iettatore gli conferirà il diritto  di pretendere soldi per scongiurare eventuali sfortune ai malcapitati di turno. Questa è la vendetta del protagonista contro una società che l’ha gettato ai margini e trasformato in un parià.

Gli atti unici hanno un comune  filo conduttore, ovvero la voglia di  riscatto per la loro condizione  da parte dei protagonisti che non hanno scelto di propria volontà ma in cui si sono trovati a causa del Fato o di una società, matrigna con i  suoi figli più deboli.

Buona la messa in scena, ottima regia ed altrettanto riuscite le interpretazioni di tutti gli attori. In scena sino al 9 agosto nelle giornate di mercoledì, venerdì  e domenica.

Monia Zambernardi