Al Teatro della Cometa va in scena fino al 30 ottobre, Barberìa, barba capiddi e mandulinu, di Gianni Clementi con Massimo Venturiello.
Un singolare spettacolo di teatro di racconto accompagnato da musica dal vivo: Massimo Venturiello, abile mattatore sulla scena, racconta in prima persona la vita del barbiere Salvatore coadiuvato da un’autentica orchestra da barba siciliana, la Compagnia Popolare Favarese diretta da Domenico Pontillo.
La musica non rappresenta in questo spettacolo solo una colonna sonora, bensì un vero e proprio personaggio che affianca l’attore nell’impresa di raccontare la perduta Sicilia dei barbieri.
Il viaggio teatrale parte da New York, dove Salvatore, allora un giovane figlio di emigranti siciliani, lavora come apprendista presso un barbiere; la sua esperienza nel salone è molto simile a quella che abbiamo noi oggi ovvero profumi e saponi, eleganza, barba rasata e capelli ordinati, tuttavia per un evento improvviso e drammatico il ragazzo si vede costretto a partire verso la terra dei suoi genitori.
La realtà che lo aspetta in Sicilia è del tutto differente dal suo vissuto: al varveri spettano le più varie mansioni che spaziano dalla piccola chirurgia alla musica. La barberia è un importante punto di riferimento per la comunità ed il barbiere è un personaggio chiave nella scena del paese.
Scopriamo tutto ciò immergendoci nella vita di Salvatore, nei profumi e nei colori della Sicilia di un tempo che ci si mostrano vivi e pieni sulla scena.
Il testo di Gianni Clementi è ottimo: scorre veloce e fruibile e presenta momenti comici e brillanti accanto ad altri molto poetici d evocativi.
Venturiello, intenso e pieno di energia, sa farci sognare e commuovere riuscendo a materializzare davanti ai nostri occhi personaggi e situazioni.
Mostra un’inaspettata abilità canora, integrandosi pienamente come cantante con i musicisti sulla scena e gioca con il ritmo delle parole rendendole a tratti vero strumento percussivo nell’ensemble.
La Compagnia Popolare Favarese , Peppe Calabrese chitarra e voce, Maurizio Piscopo fisarmonica e voce, Mimmo Pontillo e Raffaele Pullara mandolino, Mario Vasile percussioni, è preziosa nella sua autenticità e semplicemente perfetta per lo spettacolo.
La regia, di Venturiello, è integrata nella narrazione ed evoca la ciclicità del mondo tradizionale con la metafora della rotazione dei clienti del salone.
Sulla scena elementi reali, curati e concreti si stagliano quasi come un quadro surreale nel buio, funzionali al viaggio teatrale.
Si esce dal teatro con una esperienza emotiva forte, un senso della nostra storia più profondo e molta gratitudine per gli artisti che ci raccontano un mondo perduto e affascinante.
Giovanna Berardinelli