Catch imprò @ Fonderia delle Arti – Roma

catch-imprò-imgIl 27 novembre 2015 si è disputata la sfida finale del torneo di improvvisazione teatrale Catch Imprò sul palco della Fonderia delle arti. Tre squadre, composte ognuna da una coppia di attori professionisti, si sono sfidate a colpi di battute, canzoni inventate al momento, interpretazioni di ruoli a sorpresa, creazioni di scene improbabili, sempre su temi e indicazioni ottenute dai conduttori e dal pubblico al momento stesso dell’esibizione. Le tre squadre che sono arrivate alla finale dopo una accesa selezone sono: Gli abbagnale (arrivati terzi) composta da Susanna Cantelmo e Massimo Ceccovecchi; Skyuolcher (arrivati secondi) composta da Cecilia Fioriti e Renato Preziuso; Preti a Porter (i vincitori) composta da Mariadele Attanasio e Tiziano Storti.

Risulta chiaro dai primi minuti dello spettacolo che la competizione è solo un divertente pretesto per dare vita a quell’esercizio di stile che è la base formativa di ogni buon attore. Improvvisare non è solo un modo divertente di inventare battutine o gag spiritose, si tratta invece della capacità interpretativa che permette all’attore di entrare in un personaggio e portarlo avanti con naturalezza. La scenografia è scarna, quasi inesistente, ma in questo contesto sarebbe anche poco utile, visto che sono gli stessi personaggi a dare vita alla loro ambientazione grazie alla mimica, ai discorsi e al modo di porsi sul palco.

Le musiche sono altrettanto minimali ma, allo stesso tempo, capaci di fare da accompagnamento a qualunque tipo di conversazione o di situazione, anche in casi del tutto paradossali. In realtà la musica la crea un bravo pianista che, guarda caso, non ha alcuno spartito ma è capace di improvvisare a seconda del tipo di scatch che viene imbastito sul palcoscenico.

Ciò che viene offerto allo spettatore è un concentrato di creatività e di sense of humor in un percorso fatto di piccole missioni che hanno come obiettivo il rispetto di alcuni elementi essenziali di una storia (il più delle volte del tutto strampalati). Il conduttore, dunque, comunica i punti fermi della scena (a volte facendosi aiutare dal pubblico) e dopo tre secondi dalla platea sale un grido feroce: “Fight!”. Da quel momento gli attori sono totalmente allo sbaraglio, non hanno alcun copione o un ruolo assegnato, anzi, i ruoli nemmeno esistono. Ci sono gli sguardi, le espressioni, gli accenni a movimenti o a caratterizzazioni. C’è l’idea di uno di loro che si manifesta attraverso la mimicha e le parole di un discorso accennato; è un’idea che passa al volo da attore ad attore e la mimica si trasforma in frasi, in battute, in risposte. L’idea allora rimbalza sul pubblico che vede apparire quasi magicamente un’ambientazione, una scena ben definita e il susseguirsi di avvenimenti tanto surreali quanto divertenti.

Al di là dell’esito della competizione, è sicuramente da lodare la bravura di questi sei attori che, con grande umiltà e intelligenza, senza mai prendersi troppo sul serio, creano uno spettacolo estremamente difficile da rappresentare. Il risultato è davvero di buon livello, c’è tanto da ridere e da applaudire.

Per chi volesse far proseguire questa magia, magari imparando le tecniche di improvvisazione, sono aperte le iscrizioni per i corsi 2015/16, per info: www.fonderiadellearti.com.

Alessandro Gilardi