Dal 29 gennaio al 24 febbraio, torna a Roma al teatro Manzoni l’esilarante spettacolo Che disastro di commedia.
The Play that Goes Wrong, titolo originale della commedia scritta da Henry Lewis, Jonathan Sayer ed Henry Shields, in scena dal 2014 al Duchess Theatre di Londra ed ha vinto numerosi premi.
Lo spettacolo è stato tradotto e messo in scena in oltre 20 paesi e viene sempre diretto dal regista inglese Mark Bell.
Si assiste ad una commedia degli errori, che ricorda molto il teatro nel teatro di Rumori fuori scena di Michael Frayn: nulla va come dovrebbe andare, in un crescendo di disastri che portano al catastrofico finale.
La storia racconta la disastrosa prima dell’ultimo spettacolo della scalcinata compagnia teatrale amatoriale di Santa Eufrasia da Piedimonte, Delitto a Villa Aversham, giallo in stile Agatha Christie ambientato negli anni ‘20.
Già all’ingresso in sala si inizia a sospettare che qualcosa potrebbe andare storto: la scenografia, grande protagonista dello spettacolo, è a vista ed i tecnici di scena, Stefania Autuori e Valerio di Benedetto, cercano, anche con l’aiuto del pubblico, di sistemare una porta che non chiude bene ed una mensola pericolante.
Il regista della compagnia, Marco Zordan, introduce lo spettacolo sottolineando quanto l’ambizioso progetto arrivi dopo una serie di fallimenti precedenti e la trama si svolge in una notte tempestosa, nel salotto vittoriano di casa Aversham viene rinvenuto il cadavere del padrone di casa, Gabriele Pignotta.
Come in ogni dramma con delitto che si rispetti, oltre al cadavere troviamo un ispettore, Marco Zordan, e tra i sospettati ci sono il fratello della vittima, Luca Basile, la fidanzata Florence, Viviana Colais, l’amico d’infanzia, Yaser Mohamed, il maggiordomo Perkins, Alessandro Marverti.
Da subito, iniziano a presentarsi dei problemi con la scenografia che non regge e la compagnia cerca di portare avanti eroicamente il dramma nonostante tutti gli inconvenienti.
Effetti sonori sbagliati, oggetti di scena che cadono, si rompono o spariscono, battute dimenticate o ripetute ad oltranza e litigi fanno dimenticare allo spettatore che lo scopo è trovare l’assassino e ci si ritrova attoniti e divertiti a pensare a cos’altro possa accadere ancora ai poveri attori in scena.
Tra porte in faccia e svenimenti, non si riesce a smettere di ridere delle continue e sempre più assurde disavventure a cui si assiste.
La prima legge di Murphy insegna che se qualcosa può andar male lo farà e in questo spettacolo si avverano tutte le peggiori paure di chi fa teatro, nessuna esclusa.
Tutta la commedia è un impressionante meccanismo ad orologeria in cui ogni movimento è studiato nei minimi particolari e gli attori, con estrema agilità, e resistenza fisica alla fine sono gli unici a restare in piedi nella distruzione totale.
Il cast è perfetto ed affiatato; recita con le pantomime, con i gesti e con le acrobazie.
Anche la scenografia lascia stupiti per la sua funzionalità.
Che disastro di commedia è uno spettacolo pieno di mirabolanti colpi di scena e una garanzia di risate per grandi e piccoli: va assolutamente visto.
Laura Pazzelli