Circe, divina figlio del Sole- Elios- appare nel canto X dell’Odissea come sovrana dell’isola Eea dove approdarono Odisseo e i suoi compagni, sfiancati dalle molte perizie affrontate nel viaggio verso Itaca.
Celebre è la trasformazione che l’affascinante dea- maga è un termine non esistente nel greco classico, come definizione di un individuo che compie magie, seppure Circe sia considerata nella modernità l’incantatrice per antonomasia- causò con le sue pozioni alla ciurma del sovrano greco: maiali, leoni ed altri animali in cui essi mutarono, dopo aver bevuto e mangiato nel banchetto offerto dalla donna.
Avvertito dal fedele Eurialo, scampato a tale sorte, Odisseo l’affrontò con l’aiuto di Hermes, costringendola a ridare fattezze umane ai suoi malcapitati compagni e conquistandola con il suo fascino ed il suo acume.
Da ennesima minaccia per il protagonista del poema omerico ad amante e fida consigliera , la figlia del Sole rappresenta una delle figure più note ed affascinanti del Mito Greco, riprodotta in svariate versioni e rielaborazioni.
Lo spettacolo scritto da Luciano Violante e diretto da Giuseppe Dipasquale ne è la prova: un ipnotico monologo d’un’ora, in cui l’iconica dea si presenta allo spettatore in una veste inedita di matriarca, attenta osservatrice delle vicende e dei cuori dell’umaniità.
Circe rappresenta il terzo atto d’una trilogia sulle figure femminili del Mito Greco, dopo Clitennestra del 2021 e Medea del 2023, sempre scritti e diretti da Violante e Dipasquale ed interpretati dalla magnetica Viola Graziosi, con l’intento di portare in scena donne controverse della narrazione classica rivisitandone caratteri e punti di vista su di esse.
Clitennestra è l’assassina del marito Agamennone, trucidata a suo volta dal figlio Oreste per vendicare il padre; Medea la barbara nipote di Elios, imparentata dunque con Circe, l’infanticida che uccise i suoi figli per vendicarsi del fedifrago marito Giasone e recidere ogni legame con lui.
Personaggi femminili al di là della comune morale, colpevoli di atti malvagi , sono presentate allo spettatore in una rivisitazione potente e moderna.
Circe, spogliata dell’aspetto dell’esotica seduttrice, diviene testimone dell’ingiustizia dell’esistenza umana divisa tra innocenza punita- Giuda Iscariota- e colpa ed inganno premiati- Odisseo-; una matriarca divina saggia e pietosa, giunta nella sua isola dopo aver viaggiato per conoscere i mortali su indicazioni del padre Sole.
Paradossalmente, ella diviene nel suo esser osservatrice ed erede morale delle altri esperienze quasi relegata sullo sfondo dello spettacolo poiché ad emergere sono principalmente i personaggi, anch’essi fortemente ed arbitriaramente rivisitati di Giuda ed Odisseo, che hanno un ruolo attivo nella Storia mentre la Donna- Circe- rimane a guardare e a raccoglire la testimionianza di altrui azioni maschili.
D’altrocanto, la dea è per sua stessa origine separata dall’uomo, destinata a sopravvivergli e pertanto naturale contenitore e tramandatrice di eventi e di vite straordinarie.
Gli incontri, narrati da Circe durante il suo monologo, sono affascinanti frammenti del cammino dell’umanità e simboli della sua complessità e il testo di Violante accentua l’isolamento su Eea, paradiso in terra.
Chi più d’una dea tra i mortali, potrebbe custodire millenni di dolore, sangue e speranze?
Viola Graziosi si staglia in scena, dietro ad un meraviglioso abito esotico quanto il suo personaggio; recita con voce e gesti, attraverso un uso ammaliante delle mani che vorticano ed affabulano lo spettatore, grazie alla prosa verbosa ma elegantissima di Violante.
Dietro di lei uno schermo circolare, come gli specchi in cui chiede ai suoi ospiti di mirarsi per cogliere la propria reale essenza, che funge da inserto video ed impreziosisce con le immagini proiettate lo spettacolo.
Si respira un senso d’infinito attraverso la Graziosi e ci si sente soli con l’attrice per tutta la sua perfomance, irretiti dall’appeal di questa creatura mortale testimone dei secoli sulla Terra.
In scena presso il Teatro India fino al 26 novembre; domenica 19 sarà possibile assistere alla trilogia completa a partire dalle 17,30.
Roberto Cesano