E se accadesse a noi di essere dei clandestini in un paese straniero?
E’ in scena al Teatro Roma, fino al 18 ottobre, Clandestini, spettacolo di Gianni Clementi.
Ambientato nell’anno 2031, durante una gravissima crisi petrolifera. L’Occidente è devastato da una povertà assoluta; in questo scenario futuribile, quattro personaggi sono costretti a fuggire da una vita di stenti e miseria in un altro continente, l’Africa, che è divenuta ricca e piena d’opportunità, ma deve fare i conti con quotidiani sbarchi di clandestini italiani.
In un susseguirisi di eventi tragici ma al contempo densi d’ironia, nel Continente Nero Eros, uno showman romano cinico opportunista, ma a tratti malinconico e rassegnato, è costretto a sposarsi con una ricca indigena, per ottenere la cittadinanza; Orazio un pescatore catanese, romantico e dal cuore puro, conquista Angelica, una badante italiana aspirante poetessa, costretta a subire le avances del suo anziano datore di lavoro; mentre Silvano, un ex-commercialista milanese che rimpiange la passata ricchezza del Belpaese, si arrabatta facendo il venditore ambulante sulle spiagge africane.
La visione di un ipotetico futuro, toltamente rovesciata rispetto all’attuale situazione mondiale, ci dona spunti di riflessione su come potrebbe essere la vita da clandestini e, forse, su come poco siamo abituati a metterci nei panni dell’Altro.
La regia finemente curata da Valeria Gasbarri, il gioco di luci ed una scenografia accurata e dettagliata, assieme alla sintonia degli attori, nel mettere in scena una commedia da temi complicati, rendono tale spettacolo una miscela comica, intensa e graffiante. Gianni Clementi, autore del testo teatrale, ci ha abituato, nella sua fortunata carriera, a tale cifra stilistica, riuscendo ad amalgamare ironia e temi scottanti d’attualità in maniera perfetta.
Elisabetta De Marco