Dal 17 marzo al 3 aprile, va in scena al teatro de’ Servi in prima assoluta Coworking, ovvero La vita è precaria, la divertente commedia scritta e diretta da Roberto Marafante, con Stefano P. Detassis, Giuliano Comin, Andrea Deanesi e Roberta Azzarone.
Siamo in un coworking, un semplice ma funzionale spazio dedicato al lavoro condiviso, ricavato in uno stabile sequestrato alla mafia, che è frequentato da Gianni, dai suoi amici dai tempi del liceo, Carlo e Nicola, e dalla bella Rebecca.
Gianni- Stefano P. Detassis – è un informatico che sogna di fare lo scrittore; per lui il coworking è un luogo in cui si sente al sicuro, a cui sente di appartenere, fonte di ispirazione, finestra fisica e metaforica, punto privilegiato di osservazione sul mondo.
Quando viene a sapere che l’ufficio condiviso è a rischio chiusura per fare posto ad un supermercato, Gianni pianifica un gesto eclatante: una rapina dimostrativa.
Rebecca – Roberta Azzarone – infermiera e sportiva, si appoggia al coworking per studiare. E’ pratica e razionale ma anche pronta a lasciarsi andare.
Carlo – Giuliano Comin – lavora di fronte e passa le frequenti pause al coworking; gioviale e stressato, ingenuo e leale, è l’amico ideale che sdrammatizza i problemi ed è sempre presente.
Andrea Deanesi è Nick, guardia giurata sfaticata, che usa il suo ruolo per rimorchiare, tenta d’aiutare Gianni a dichiararsi a Rebecca e per sostenerlo nel suo piano di salvataggio del coworking.
La storia si svolge come un racconto ad episodi, le cui scene sono separate da un divertente stacchetto musicale.
Il palco si trasforma facilmente, passando da coworking a casa di Gianni, fino a diventare un bar e la presenza del divano rosso sottolinea quanto per i protagonisti il coworking sia percepito come luogo dove sentirsi a casa.
Giuliano Comin recita molto bene, enfatizzando le caratteristiche buffe di Carlo che gesticola e assume espressioni esilaranti.
Stefano P. Detassis dipinge Gianni come un uomo senza certezze, sognatore e pieno di speranza nel futuro, indeciso tra la convinzione che la vita sia una questione di karma e il dubbio che sia quello che si fa a determinare ciò che accade.
La commedia diverte e fa riflettere sulla precarietà del mondo contemporaneo, sulla distanza sociale e l’incertezza del futuro. Nell’era dello smartworking, che isola e allontana le persone, oltre ad essere spesso logisticamente inadeguato, il coworking è un baluardo di resistenza, ancora di salvezza per chi vuole sentirsi ancora parte di una comunità.
Il coworking è uno stimolo e una speranza, riassunta nelle parole del protagonista:@ se esco per andare a lavorare il mondo non mi dimentica”.
Laura Pazzelli