Una raggelante, straziante solitudine simbolizzata da un appartamento abbandonato dove le vite, forse reali forse no, di quattro personaggi si incontrano e scontrano in un crash esistenziale, colmo di quotidiane angosce, ricordi e silenzi.
Ecco il sunto dello spettacolo Dove sei ,scritto e diretto da Giancarlo Moretti ed interpretato da Maria Bighinati, Marcello Mancusi, Piero Nicosia e Chiara Ricci.
Un giovane uomo, interpretato da Marcello Mancusi, accudisce un anziano stralunato,interpretato da Piero Nicosia. Quest’ultimo trascorre le proprie giornate sotto un telo, perso nelle rimembranze del tempo andato. Il giovane uomo è gretto, avvelenato da una vita di mediocrità e sete di denaro facile quanto il vecchio è annichilito in un mondo personale, distante universi dalla realtà. Poi subentrano due donne: una volgare megera, interpretata da Maria Bighinati, e l’altra, angelica, interpretata da Chiara Ricci, figure speculari ai protagonisti maschili; estensioni del loro sé, vicine ma irraggiungibili.
Piero Nicosia vegeta in una casa in disuso, abbandonato a se stesso dai propri figli, lasciato alla mercé di un badante senza scrupoli; i due sono molto più simili di quanto appaia poiché annaspano entrambi nel dolore di esistenze prive di significato. L’anziano reca in sè il ricordo d’una vita piena d’amore e della presenza d’una donna importante seppur indefinita, mentre Mancuso interpreta un personaggio volto al fallimento: privo di affetti e radici, abborda una prostituta e la invita nell’appartamento del suo assistito senza rendersi conto della sua professione. Nel loro incontro non vi è nulla oltre il mero tornaconto economico ed un sesso squallido, privo di ogni carica erotica, sotto lo sguardo assente del proprietario di casa.
Ma tale amplesso riporterà alla luce in lui l’immagine nitida della sua compagna diradando le nebbie psichiche che l’avvolgevano; alla violenza del sesso senza sentimento si sostituisce la bellezza avvolgente d’una scena di vita matrimoniale quotidiana.
Il finale sarà, in ogni caso, impietoso per tutti.
La bravura di Giancarlo Moretti sta nella cura dei particolari del discorso, attraverso sapienti parallelismi, nella messa in scena di vite spezzate tanto volgari quanto tenere; non c’è consolazione in Dove sei se non nel rifugio della Memoria, come dimostra la scena con Chiara Ricci, la cui apparizione è uno dei momenti migliori della pièce. Chiara Ricci, con eleganza naturale ed una fisicità d’impatto, restituisce pienamente il senso del personaggio interpretato, come Maria Bighinati sa accentuare lo squallore della prostituta attraverso un marcato accento veneto ed una gestualità spicciola ed allusiva. Le figure femminili hanno un ruolo preponderante in questo spettacolo in quanto accompagnano, o meglio determinano, i protagonisti maschili verso il loro destino.
Ottima la scelta della scenografia, che accentua lo spaesamento emotivo dei personaggi, sapiente l’utilizzo delle luci ed una musica che si riduce a suono ossessivo.
Moretti ci propone un testo sulla miserabile condizione umana condita da dialoghi senza senso e incomunicabilità letali, attraverso quattro differenti solitudini che accompagnano lo spettatore verso riflessioni amare sul costo della vita.
Fino a domenica 27 maggio al Teatro Agorà.
Roberto Cesano