Nell’ Ottobre 2020, durante una delle fasi più difficoltose della pandemia da covid, nasce un programma dal nome Koprifuoco.
Il programma, girato negli studi di Canale 21, presentava come scenografia uno scantinato, dove i nostri artisti si nascondevano per il coprifuoco; tra di loro Alan De Luca e Lino D’Angiò, che insieme rappresentano sempre un connubio perfetto di comicità e di arte, la presentattrice, un po’ attrice e un po’ presentatrice appunto, Claudia Federica Petrella, Giorgio Coccobello, Ciro Salatino, Il Professor Giorgio Colella, Morena la turista (interpretata da Morena De Luca), Pier Macché.
Un cast unito dalla passione per l’arte e dalla voglia di far ridere il pubblico a casa, reinventandosi in una delle fasi storiche più complicate degli ultimi decenni. Durante la trasmissione sono apparsi molti ospiti, tra cantanti e attori del panorama artistico partenopeo e nazionale.
Per una serie di motivi, la trasmissione fu interrotta ma a distanza di mesi da quelle che sono le ceneri del primo e autentico Koprifuoco, nasce, grazie all’ affetto del pubblico e ad un crowfunding, il primo programma televisivo voluto e sponsorizzato dal pubblico.
Il progetto nato dalle menti di Lino D’Angiò e Alan De Luca, divenne un programma televisivo che in qualche modo segnerà una svolta portando una ventata di leggerezza e freschezza in un periodo alquanto complicato, traslando il teatro nel piccolo schermo in un momento di chiusura dei teatri.
Nasce cosi, E Che teatro un programma televisivo registrato nel Teatro Lendi con lo stesso cast ed una scenografia mix di vari oggetti recuperati da precedenti spettacoli, messi in scena proprio nel Teatro Lendi. I fondi raccolti permisero la realizzazione di 20 puntate e sera dopo sera, lo spettacolo regalava sempre momenti di divertimento, di contatto reale ed autentico con il pubblico- simbolicamente ospitando uno spettatore in ogni puntata- ed è anche, sempre più forte, l’affiatamento tra i vari membri del cast, al quale si è aggiunta anche Elena Vittoria, la sciantosa.
Quindi tra versi in rima, barzellette e aneddoti di Giorgio Gallo Coccobello, presentazioni su le righe e strampalate della bellissima ed eccellente Claudia Federica Petrella,, lo showman Ciro Salatino, che passa dal cantare, ballare e recitare con estrema bravura e professionalità( Morena la turista sempre pronta a fotografare scorci di Napoli e ad apprendere termini alquanto equivoci, la nuova maschera di Napoli pronta sempre a regalare momenti esilaranti, il Professore Amedeo Colella, che è sempre un piacere sentire, una fonte di sapere e di conoscenza inesauribile, la sciantosa scoppiettante e prorompente Elena Vittoria.
Il tutto sotto la sapiente guida di due pilastri come Alan De Luca e Lino D’Angiò.
Da questa bellissima esperienza televisiva, nella stagione 2021 – 2022 è nata l’esigenza di incontrare il pubblico, con lo stesso spettacolo nei teatri campani, lasciando tutto invariato, anche il cast. Questa allegra brigata si è ritrovata in diversi teatri fino ad approdare al Teatro Augusteo di Napoli, per chiudere quella che è stata una stagione di continui successi. Lo spettacolo è andato in scena fino al primo maggio e noi abbiamo intervistato Claudia Federica Petrella in merito alla straordinarietà del format di cui è protagonista e sul periodo complicato che abbiamo vissuto.
D: Si accusa spesso il Teatro Italiano d’essere affetto da immobilismo ed una scarsa aderenza al presente, come comunicazione col pubblico. L’esperienza di “ E Che teatro” s’e’ avvalsa, al contrario, di un’ottima campagna social e del crowdfunding in un momento terribile come la pandemia. Quant’e’ importante oggi saper gestire in maniera efficace il rapporto con i social per poter fare Teatro?”
R: E CHE TEATRO! è sicuramente una realtà a sé stante, particolare, per cui credo sia difficilmente paragonabile ad altre realtà teatrali.
Paradossalmente nasce proprio nel momento di fermo: mentre i teatri erano chiusi e moltissime attività ancora ferme causa pandemia, noi (complice Francesco Scarano del TEATRO LENDI di Sant’Arpino) abbiamo “occupato” un palcoscenico e messo sù un format teatral-televisivo dinanzi a una platea sterminata ma obbligatoriamente vuota.
Così, l’unico modo per riuscire in questo progetto, oltre all’ospitalità concessaci e a qualche sponsor di sostegno, è stato appunto chiedere una mano al nostro pubblico “a distanza”, tramite offerte a piacere simboleggianti un biglietto virtuale.
E così abbiamo poi dato vita ai nostri personaggi, esibendoci sul nostro comune palcoscenico, e grazie alle più diverse provenienze, sono scaturite le più varie forme di spettacolo, con un risultato molto variegato e che accontenta i gusti di tutti!
Quindi, ripeto, siamo nati paradossalmente proprio “grazie al” lockdown e alla pandemia, e quindi siamo senz’altro una realtà unica e atipica.
Se devo invece fare un discorso generale, oggigiorno i social sono senz’altro importantissimi per far girare l’immagine propria e pubblicizzare ciò che si sta facendo, anche se spesso poi la notorietà sugli stessi non corrisponde a una risposta reale da parte delle persone che poi frequentano il teatro, e spesso utilizzano canali differenti di informazione, più tradizionali, anche perché non possiamo dimenticare che il pubblico più assiduo dei teatri è molto spesso un pubblico piuttosto avanti con l’età
D: Lo spettacolo e’ un’opera corale, come ci si relaziona in quanto interpreti con tempi e spazi condivisi con molti altri colleghi? Presenta maggiori difficoltà o vantaggi tale situazione per un’attore/attrice?
R: Io credo che lavorare in squadra sia sempre un valore aggiunto; dagli altri si impara, si assorbe energia; con gli altri si sa di avere sempre un paracadute a disposizione in caso di “pericolo”. Si condividono gioie e dolori, successi e critiche; ci si confronta, ci si testa prima di incontrare il pubblico.
Ovviamente questo è un gusto e una scelta personale, ma io amo sempre di più il lavoro di squadra che quello individuale, e probabilmente è anche il motivo per cui ho sempre messo il teatro prima del cinema e della televisione, che hanno dinamiche un po’ differenti.
D: E che teatro! ha rappresentato una risposta propositiva alla lacerante stasi delle rappresentazioni teatrali durante la pandemia. Come attrice, oggi che percezione hai dello stato di salute del medium teatrale? Quant’e’ mutato definitivamente a causa di questi due anni ?”
R: Mi sembra un momento strano, che non riesco neanche ancora bene a giudicare. Tutto sembra essere ricominciato e nello stesso tempo tutto sembra fermo. Da una parte pare stiano ripartendo tante nuove produzioni, dall’altra continua a esserci gran penuria di casting e provini.
Tra l’altro la situazione economicamente è sempre più difficile, per cui molte proposte sono inaccettabili. Infine bisogna ricordare che il nostro lavoro ha molto bisogno di socialità, spesso idee e progetti prima nascevano semplicemente dall’incontrarsi tra artisti, e ora le occasioni sono ancora un po’ poche; si esce malvolentieri, non ci si incontra come un tempo, e dopo due anni di fermo è più difficile aver voglia di portare avanti progetti se non si è sicuri di averne un guadagno che non sia solo artistico. Quindi non mi sembra un periodo facile, e mi auguro ci si risollevi presto, ma non è semplicissimo.
Di contro, quel che è certo è che la gente ha molta voglia di andare a teatro. Le sale sono piene e sono tante le persone che mi chiedono dove e quando potermi vedere, il che mi sembra un ottimo segnale.
D: -“ Che progetti futuri hai? E a quale tipo di produzioni vorresti prender parte ?”
R:Come progetti per il futuro, sicuramente stiamo lavorando a nuove date di “e che teatro”, probabilmente anche in una nuova edizione, con numeri nuovi. Poi riprenderò “tutto per truffa” con la regia di Nello Mascia, a novembre; ho un paio di spettacoli di cui ancora non so il nome presso il teatro Prati di Roma nella prossima stagione, e (incrociamo le dita) probabilmente un bellissimo divertentissimo progetto scritto da una mia bravissima collega attrice e sceneggiatrice su Roma. Tanto bel teatro insomma, ma non nascondo che mi manca il cinema, e in generale l’audiovisivo… Sono ben 5 anni che non faccio films, è la prima volta che mi capita (ho una media di un paio di film all’anno tra cinema e tv) , e mi manca tantissimo…
Ringraziamo Claudia Federica Petrella per l’intervista e la disponibilità, Mimmo Barra e Gilda Valenza per le foto.
La Redazione di Teatro Italiano