Estate e fumo @ Teatro Vittoria – Roma

Missisipi,  primo ‘900, Alma e Giovanni sono rispettivamente figli del pastore e del medico della cittadina e sono cresciuti come dirimpetai; tuttavia, i due non potrebbero esser più diversi l’una dall’altro: Alma, profondamente idealista ed ingenua, possiede una spiccata religiosità ed una forte fede nell’anima dell’uomo- alma in spagnolo vuol dire appunto anima- mentre Giovanni vive una vita di piaceri molto terreni ed una radicata fiducia nell’immanenza della scienza.

Dopo anni di lontananza, Giovanni, ormai medico professionista, fa ritorno in città e incontra la ragazza nel parco della loro fanciulezza riportando in lei alla luce l’amore sopito dalla sua partenza, ma nonostante i reciproci sentimenti i due giovani sono troppo distanti ed intimoriti reciprocamente affinchè si sviluppi un saldo legame.

Estate e Fumo è un testo di Tennessee Williams adattato da Fabrizia Sorrentino per lo spettacolo andato in scena il 19 settembre all’interno della rassegna Salviamo i talenti Premio Attilio Corsini 2024, annuale competizione bandita dal Teatro Vittoria allo scopo di portare in scena compagnie ed artisti emergenti, dando loro la visibilità di un palcoscenico rinomato e dall’importante storia qual’è il Vittoria.

L’adattamento, diretto dalla Sorrentino, rappresenta una moderna rilettura dell’opera di Williams in cui spicca la straordinaria complessità del personaggio di Alma, le cui sfumature sono rese in maniera eccellente da Enrica Larosa.

Alma conquista lo spettatore con il suo mix di candore e desiderio, anelito verso l’alto ed umanissime emozioni come la gelosia e la frustrazione e lo spettacolo s’incanala nella messa in scena della crescita della protagonista e della sua perdita dell’innocenza, che le sottrae le velleità spirituali ma le dona una consapevolezza di sé e coraggio nell’affrontare la vita.

Non si può dire lo stesso di Giovanni, interpretato da Carmine Cacciola con piglio guascone e sensuale: il giovane medico, famelico di vita fino all’eccesso che rifiuta l’idea dell’anima umana, grazie alla protagonista attuerà un profondo mutamento morale, senza però avere la temerarietà di Alma e scegliendo in ogni caso una sorta di comfort zone affettiva alla conclusione dell’opera.

Il fascino dello spettacolo risiede nella dialettica che intercorre tra i due personaggi principali, tra etica e materialismo, voluttà e pudore, e nel modo in cui le istanze reciproche contaminino l’altro, determinando un cambiamento radicale in entrambi.

La bravura di Enrica Larosa e Cacciola sono determinanti nella riuscita dello spettacolo, dai ritmi briosi, come la versatilità di Angelica Accarino ed Alessandra Deconcilio, in grado di passare da un ruolo all’altro con naturalezza.

Come dicevamo pocanzi, il testo è stato rimaneggiato per esser modernizzato e sottolineare l’evoluzione della protagonista verso l’autodeterminazione, senza rinnegare l’essenza dell’opera di Williams ma potenziandone gli aspetti più interessanti.

Una buona prova di regia e recitazione, in attesa di gustare i prossimi spettacoli in gara in settimana.

Roberto Cesano