Falstaff e le allegre comari di Windsor @ Silvano Toti Globe Theatre – Roma

Altra rappresentazione memorabile nel cartellone del Globe Theatre di Villa Borghese.

In scena fino al 5 agosto, la gustosissima commedia di William Shakespeare, scritta in soli quattordici giorni dal genio inglese su precisa commissione della regina Elisabetta I. Sir John Falstaff era infatti comparso come compagno di bricconerie del protagonista Henry nell’Enrico IV e la sua brillante comicità aveva così piacevolmente colpito la sovrana da farle chiedere una nuova commedia incentrata proprio sul cavaliere. La straordinaria personalità artistica di Ugo Pagliai, che interpreta appunto un fantastico Falstaff, qualifica l’intera opera. Il titolo originale diventa quindi Falstaff e le allegre comari di Windsor, evidenziando la centralità dell’originale personaggio del bardo inglese nella commedia e rendendo il giusto posto anche alla prova attoriale del protagonista. Lo straordinario Ugo Pagliai riesce a mantenere un atteggiamento solenne anche nelle scene comiche senza stridori, anzi aggiungendo tanta carica ironica al vecchio satiro shakespeariano: può cantare, corteggiare senza speranze, fare gesti meno eleganti, lamentarsi, ma è sempre lui, con la sua mimica, il suo sguardo, il suo particolare tono di voce.

Con la sapiente regia di Riccardo Cavallo, tutto il cast si rivela di grande spessore, attori e attrici perfettamente a loro agio nei ruoli assegnati, tutti funzionali allo svolgimento della trama, nessuno marginale, nessuno superfluo. Il tutto aiutato da una sapiente scelta dei costumi e di una ottima disposizione di scena e luci.

Molto interessante anche la scelta della colonna sonora, con le musiche di Gioacchino Rossini, perfettamente a tono con i costumi, e che si è anche prestata a più d’un intermezzo cantato, trasformando così a tratti la commedia in una vera opera buffa.
In quest’opera Falstaff viene decisamente consacrato come uno dei personaggi shakespeariani più divertenti e attuali, ma allo stesso tempo il bardo inglese ci regala un dipinto mirabile della società provinciale inglese dell’epoca, sia per quanto riguarda l’ambientazione e l’atmosfera che vi si respira, sia per il modo di dialogare dei personaggi , un linguaggio “colloquiale” immediatamente condivisibile dal pubblico, anche grazie alla traduzione dal canovaccio inglese originale di Filippo Ottoni.

La trama è come sempre suddivisa in diversi livelli. Da un lato si racconta la storia di Sir John Falstaff, un esuberante quanto irresistibile vizioso, sempre in bolletta, che vive al di sopra delle sue possibilità e si trova a dover trovare uno stratagemma per racimolare un po’ di soldi. Così decide di corteggiare due ricche signore con lo scopo di spillar loro del denaro. Dall’altro lato si snocciolano gli accadimenti legati alla vita della giovane e focosa Anna Page e ai tentativi dei suoi genitori di farla maritare con il rispettivo prescelto.

La compagnia di scena al Globe Theatre restituisce magnificamente la doppia natura della commedia, rappresentando con tanta grazia e maestria, anche a distanza di quattrocento anni, un’opera che si connota come un preciso spaccato storico dal sapore boccaccesco.
Come sempre, il testo ha un fine morale e moralistico, che evidenzia come Madre Natura infine punisce le malefatte, la lussuria e la gelosia sono infatti nitide e palpabili, il loro intrinseco carattere negativo è reso evidente, insieme all’ineluttabilità del conseguente castigo, che non risparmierà la bonaria disonestà del protagonista, il quale, a ben vedere, non è molto più sleale di chi lo giudica, facendosene beffe.

Tra i matrimoni, le beffe, le risate ed i travestimenti, c’è un retrogusto amaro legato alla constatazione del tempo che passa, della vecchiaia che inevitabilmente sopraggiunge, sottolineando la circostanza per cui, mentre i desideri restano intatti, con l’età viene meno la forza di realizzarli, lasciando l’anima del protagonista alla mercé di reminiscenze malinconiche.

Storie d’altri tempi sicuramente, ma che congelano gli stereotipi di vizi, temperamenti e modi di fare e pensare, rintracciabili in ogni società ed ogni epoca, compresa la nostra e ci fanno di nuovo riflettere sull’essere umano e su come la natura si fa sempre beffe dei nostri piccoli grandi tentativi di aggirare gli ostacoli.
Un grande spettacolo, ricco di risate e scherzi, interpretato da grandi attori, capitanato da un Ugo Pagliai decisamente in gran forma, sotto la guida di una sapiente regia: una miscela esplosiva che vale davvero la pena andare ad ammirare.

Claudia Belli