Figli di un Dio minore @ Teatro Sala Umberto – Roma

figli di un dio minore scenaFigli di un Dio minore di Mark Medoff, tradotto in italiano da Lorenzo Gioielli, per la regia di Marco Mattolini, è in scena al Sala Umberto in Via della Mercede, 50, fino al 22 novembre, per la prima volta in Italia e poi in tournèe.

Il testo è stato scritto nel 1978 ed adattato per il Teatro negli Stati Uniti nel 1980: tale versione in lingua inglese fu portata in scena al Festival dei Due Mondi di Spoleto, sempre nel 1980 e fu l’unica rappresentazione in Italia di tale spettacolo, mentre la trasposizione cinematografica, interpretata da William Hurt, ebbe nel 1986 cinque nomination agli Oscar e la protagonista femminile Marlee Matlin vinse l’Oscar e il Golden Globe come Miglior Attrice Protagonista.

In un Istituto per sordi, arriva un giovane insegnante di logopedia, James Leeds, i cui metodi anticonvenzionali e diretti sono guardati con sospetto dal direttore, che lo esorta subito a non essere troppo creativo nell’insegnamento. Leeds va avanti per la sua strada ed i risultati del suo empatico rapporto con gli allievi non tardano ad arrivare, ma la vera sfida per il professore è rappresentata da Sarah, una giovane donna, bella ed intelligente, sorda dalla nascita.

La ragazza è stata accolta dall’istituto sin dall’infanzia e dopo il diploma ha deciso di rimanervi, accettando un lavoro da cameriera. Sarah si sente più sicura in mezzo ad altri non udenti e preferisce non affrontare l’esterno, percepito come ostile e crudele; introversa e spigolosa, ha un carattere forte e, pur essendo fiera della ppropria diversità, si rifiuta di parlare perché, non avendo mai ascoltato il suono della propria voce, sa di non poter farlo bene come gli altri, preferendo dunque esprimersi solo attraverso la lingua dei segni.

Nonostante la dichiarata ostilità della ragazza ad ogni integrazione comunicativa, Leeds non si arrende e Sarah sembra volerlo mettere ogni volta alla prova, facendogli anche incontrare la madre, la quale pare convinta che l’handicap della figlia abbia determinato il fallimento del proprio matrimonio e si rifiuta d’aiutare il docente a convincerla a parlare.

Le particolari attenzioni, che il logopedista rivolge all’ex-allieva, non sono viste di buon occhio né dal direttore né da due giovani non udenti che vivono nell’Istituto: Orin teme l’influenza del professore possa distogliere Sarah dalla causa in difesa dei non udenti e Lydia, infatuata del professore, è gelosa del sentimento ch’egli nutre per l’amica.

Nonostante tutto Sarah e James finiscono per innamorarsi, anche se la loro relazione deve superare molti ostacoli.

I due protagonisti della commedia sono magistralmente interpretati da Giorgio Lupano e Rita Mazza e assieme agli altri attori udenti e non udenti mettono in scesa una storia d’amore che nasce e si sviluppa tra le difficoltà presenti in due mondi comunicativi separati e sovrapposti ed a causa delle relative implicazioni umane, sociali e pedagogiche.

Una sfida audace, ma con degli ottimi risultati, quella di unire in teatro il mondo degli udenti a quello dei non udenti, attraverso uno spettacolo che parla ad entrambi.

La scenografia è minimalista, si compone, si trasforma e crea i diversi luoghi deputati della vicenda, grazie all’operato degli stessi attori. Le musiche di Daniele D’Angelo sono sobrie ed efficace e segnano le differenze di comunicazione fra i due mondi.

Monia Zambernardi