Al Teatro Roma si ride con Finchè vita non ci separi (ovvero W gli sposi), una spumeggiante commedia scritta da Gianni Clementi, che esplora con ironia il concetto di famiglia e la libertà di viversi i propri sentimenti e le proprie passioni. Una commedia che riesce a coniugare in maniera esemplare il gusto per l’intreccio comico, tipico della commedia familiare italiana, con le tensioni drammatiche tipiche del nostro tempo. Lo scontro tra generazioni, l’impossibilità o incapacità di accogliere e comprendere l’altro, il senso di soffocamento provocato da convenzioni lise, sono solo alcuni dei temi portanti con i quali il noto autore intreccia abilmente il suo testo.
Già alle 4:30 del mattino sono tutti svegli in casa Mezzanotte, dove fervono gli ultimi preparativi per le nozze dell’enigmatico e intrigante Giuseppe, interpretato da un convincente Nicola Paduano, figlio di Alba e del maresciallo in pensione Cosimo, rispettivamente interpretati dalla meravigliosa Giorgia Trasselli e dal bravissimo Antonio Conte. Giuseppe, paracadutista dei carabinieri, è rientrato in licenza da una missione in Afghanistan per sposare la fidanzata di una vita che aspetta il loro bambino. Alba delizia il pubblico con la sua tagliente comicità, fatta di battute vivaci e veloci, contro la famiglia della futura sposa, la scelta del ristorante, la necessità di assicurarsi la riuscita perfetta dell’evento, il tutto a tormentare un rassegnato e comicissimo Cosimo, esausto ma ancora innamorato dopo 35 anni di bonari ed inoffensivi litigi. L’atmosfera diventa davvero effervescente e simpatica quando entra in scena Miriam, interpretata da una scoppiettante Claudia Ferri, che si definisce hair stylist e make up artist e che strappa diverse risate al pubblico, divertito dalla semplicità del suo humor ed dal suo forte accento romanesco. Pian piano che l’ora della cerimonia si avvicina, in casa Mezzanotte si discute, si ricorda, ci si confronta, si progetta, tutto in un meccanismo teatrale perfetto, fino a che alla porta arriva Mattia, interpretato da un irriverente Alessandro Salvatori, che porta scompiglio in casa e mette tutto in discussione con la sua esuberante personalità. Si affronta il delicato tema dell’omosessualità e per di più tra due militari, ma anche lo sgomento dei genitori davanti all’outing del figlio a poche ore dalle nozze. Alla fine dei conti Miriam è la sola a rimanere se stessa, a condannare la meschinità di chi non vuole accettare, a difendere il valore dei sentimenti, lontano dalle apparenze e vicino al cuore.
Giorgia Trasselli e Antonio Conte si muovono con grande agilità nel passaggio da un primo atto brillante in cui vestono i panni della coppia alle prese con le solite scaramucce domestiche, ad un secondo atto in cui sono i genitori sofferenti, sgomenti che non credevano di doversi confrontare con una situazione del genere.
Una regia pulita, a cura della sempre bravissima Vanessa Gasbarri, accompagna magistralmente lo snodarsi della vicenda, usa il fermo immagine per sottolineare, gioca con i drappi bianchi delle pareti dell’appartamento per creare, in alcuni momenti, due ambienti separati, regalando al pubblico momenti di grande divertimento ma anche di drammatica tensione, entrando nel cuore di ognuno di noi a svelare la paura di uscire dalle convenzioni e di affrontare il giudizio degli altri.
Una commedia dal retrogusto amaro che non regala l’agognato lieto fine e lascia volutamente aperto il varco sul baratro. Uno spettacolo da non perdere, in scena fino al 23 Novembre.
Claudia Belli