Riuscire a adattare, per il teatro, un testo del visionario Borges è un’operazione alquanto rischiosa: la soggezione che un talento del genere, immaginifico e fuori canone, inspira può produrre opere succubi e meramente citazionistiche nei confronti dello scrittore argentino.
Non è assolutamente il caso di Finzioni, spettacolo diretto da Alessandro Di Murro e scritto dallo stesso regista assieme ad Anton Giulio Calenda e Tommaso Emiliani, che omaggia l’artista sudamericano impadronendosi della sua poetica in maniera personale e contemporanea.
C’è un ampio uso della tecnologia multimediale attuale nella messa in scena, minicamere e smartphone, come frammentarietà della percezione del Reale e riproduzione dell’esistenza umana dilatata all’infinito, che riprende le tematiche care a Borges ed alla letteratura fantastica e che conduce lo spettatore in una fruizione moderna ed affascinante dell’opera.
Ci sono cinque personaggi, quattro giovani uomini ed una ragazza più un sesto figuro in incognito, in un non luogo ai confini tra Veglia e Sogno; c’è un labirinto nei labirinti tra strade mappature grandi come mondi; ci sono doppi e sogni incarnati.
Borges è ovunque in Finzioni; presente ma non soverchiante, aleggia nella drammaturgia ed in dialoghi colmi di non sense aggiornato al XXI secolo e la sua assoluta mancanza di senso 2.0.
Merito della riuscita dello spettacolo va alla sentita ed appassionata interpretazione di tutto il cast in scena: Matteo Baronchelli, Jacopo Cinque, Alessio Esposito, Lorenzo Garufo, Amedeo Monda e Laura Pannia riescono a gestire i molteplici cambi di registro- e l’onnipresente cafonata del cellulare che squilla in sala, con tanto di divertente improvvisazione da parte di Alessio Esposito-con fluida leggerezza ed un buon lavoro fisico- un’impostazione meno prosaica dell’uso della voce da parte di alcuni attori, ne renderebbe perfetta l’interpretazione- trascinando il pubblico in un viaggio onirico affascinante e godibile.
Sono presenze, maschere di carne lanciate in un testo sperimentale e come tali si comportano e recitano, dando vita e forme alle suggestioni che i tre autori hanno preso da Borges per creare lo spettacolo.
Oltre a Borges, c’è l’Argentina attraverso luoghi e personaggi iconici, che non saranno svelati per non togliere il gusto della sorpresa a chi avrà il piacere d’assistere alle repliche in scena fino al 20 Novembre presso il Teatro La Basilica.
Finzioni rappresenta una sfida vinta ampiamente ed un’ottima novità nel panorama della drammaturgia italiana contemporanea e per questo vale assolutamente la pena assistervi.
Roberto Cesano