Forbici & Follia @ Teatro Manzoni – Roma

Quante volte, guardando un film giallo, avete colto subito un indizio che l’investigatore sembrava non notare o avreste voluto suggerirgli domande importanti che avrebbero accelerato la soluzione del caso?

E’ il momento di mettervi in gioco, perché dal 29 febbraio al 24 marzo il teatro Manzoni si trasforma nel colorato salone da coiffeur Forbici & follia, dove avrete finalmente la possibilità di essere testimoni di un crimine e di poter indirizzare le indagini con le vostre domande ed intuizioni.

Il salone è già in piena attività quando si entra in sal: della musica anni ’80 ci introduce alla quotidianità del variopinto negozio, dove svetta il parrucchiere Antony, palesemente gay, che vola come una farfalla tra un cliente e l’altro mentre la shampista Samantha rassetta, cambia la musica e risponde al telefono. Si avvicendano clienti di tutti i tipi: un improbabile punk, un ambiguo e sfuggente antiquario, l’altezzosa moglie di un politico e un uomo che vorrebbe solo farsi sistemare la barba.

Il caotico tran-tran viene disturbato continuamente dalla presenza al piano di sopra della proprietaria dello stabile, la vecchia pianista Eulalia Migliavacca, che esercitandosi causa la fuga dei clienti.

Improvvisamente la vecchia signora viene ritrovata morta con un paio di forbici da parrucchiere conficcate nel collo e si scopre che due clienti erano in realtà poliziotti sotto copertura. Chi sarà stato a commettere il delitto e perché?

Sembra che tutti i presenti abbiano un movente per il delitto ed iniziano così le indagini condotte dal commissario con l’aiuto degli spettatori, veri e propri testimoni oculari degli eventi accaduti.

Verranno ricostruiti i fatti e i sospettati reagiranno ai dubbi e alle segnalazioni del pubblico, giustificandosi o respingendo le accuse. Sarà proprio il pubblico a smascherare le bugie e a scovare l’assassino, che alla fine non potrà fare altro che confessare.

Il collaudato cast diverte e si diverte, giocando ed improvvisando sul palco; gli attori anche durante l’intervallo interagiscono col pubblico offrendo il caffè e ascoltando le domande.

Max Pisu, frivolo e spensierato come il suo personaggio, è il fantastico stylist Antony Gambino, mentre Nino Formicola è il rigoroso commissario De Niro che ha il compito di rapportarsi col pubblico e tenere le redini dello spettacolo.

L’ambiguo antiquario con la valigetta, Eddy Genovese, è interpretato da Giancarlo Ratti che gli dona un atteggiamento losco ed equivoco.

La brava Lucia Marinsalta è Samantha Germanotta, la shampista di Rocca Cencia dall’accento paesano e fa ridere anche solo sentirla parlare.

Roberta Petrozzi è l’altolocata Beatrice Brigitta Schubert, perfetta sia quando fa la snob ché quando scivola nel dialetto, rivelando la reale estrazione sociale del personaggio, mentre Giorgio Verduci interpreta l’esilarante e inutile agente scelto-da chi?- Rossetti.

Marco Rampoldi alla regia lascia ampio spazio all’improvvisazione e la scenografia di Alessandro Chiti è molto colorata e curata nei dettagli.

I costumi monocromatici, curati da Adele Bargilli, aiutano a caratterizzare i personaggi: Gambino veste in rosso, Beatrice è elegantissima in blu, mentre Samantha sfoggia un eccentrico total look rosa.

La musica è sempre presente, con la radio che fa da sottofondo con tutti gli ultimi successi di Sanremo, rendendo attualissima la vicenda.

Scritto nel 1963 dallo psicologo svizzero Paul Portner, il testo è nato come dramma serio interattivo per studiare i processi di interpretazione della realtà per poi essere adattato a commedia nel 1976 da Bruce Jordan e Marylin Abrams.

Da allora Forbici & follia è stata rappresentata con successo tantissime volte, entrando anche nel Guiness dei primati.

Oltre ad essere una commedia divertente e un giallo comico, l’interazione col pubblico rende evidente come i fatti possano essere distorti, interpretati o addirittura inventati da chi guarda. I testimoni sono poi così attendibili? Forbici e Follia è uno spettacolo divertente e coinvolgente, da vedere e perché no, rivedere, perché il finale potrebbe essere sempre diverso.

Laura Pazzelli