Frammenti di Cechov @ Teatro Hamlet – Roma

frammenti di cechov 1La scena è scarna: un fondale nero che incombe su essenziali elementi bianchi; cubi, una   banchina marittima ed uno specchio. Essenziale ed evocativa quanto lo spettacolo stesso.

Frammenti di Cechov, con la regia di Gina Merulla, presenta quattro quadri  tratti da altrettante opere di Anton Cechov – due racconti, Una natura enigmatica e La Signora col cagnolino , e due testi teatrali, L’orso e  Il canto del cigno –  drammaturgo russo che non ha bisogno di presentazioni.

Possiamo, tutt’al più,  ricordare a chi legge che il celebre autore,  oltre a scrivere fondamentali opere teatrali come Il giardino di ciliegi, si dedicò alla narrativa, dando alle stampe decine di racconti  riusciti e belli quanto gli scritti destinati alla messa in scena.

Portare sul palcoscenico uno dei padri della moderna drammaturgia, protagonista d’infinite repliche, non è un’operazione semplice, eppure lo spettacolo riesce a sviscerare la poetica e le istanze della visione cechoviana, scomponendole e riassemblandole attraverso un percorso di quattro testi che ben  le incarnano.

Quattro atti che si susseguono, differenti eppur accomunati da un sottile fil rouge. V’è tutta la capacità di Cechov di raccontare l’umanità nei suoi moti del cuore, nelle articolate interelazioni sociali e nelle varie stagioni della vita, in questi frammenti – forse c’è un riferimento nel titolo al capolavoro di Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso – attraverso un lavoro sul corpo come strumento espressivo diretto ottimamente dalla regista; presente anch’essa in scena ne La signora col cagnolino.

Lo spettacolo è frutto d’ una ricerca formale e di contenuti nell’adattare Cechov sotto ogni aspetto, dall’attenzione agli elementi meramente scenici – scenografie, luci, musiche, costumi – alla stessa messa in scena; ogni elemento è teso a generare un linguaggio teatrale, una cifra stilistica personale ma fedele a quella del drammaturgo russo.

Una coerenza ed una coesione innanzitutto visiva, oltre che tematica, dimostrata da un piccolo particolare scenico: in ogni quadro, i personaggi indossano un capo dello stesso colore che li identifica come protagonisti dello specifico atto e li lega inesorabilmente l’uno all’altro; una sorta di riflesso come lo specchio presente in scena.

E per un gioco di specchi, Mamadou Dioume, interprete e regista formatosi sotto Peter Brook – colonna portante del Teatro Contemporaneo – recita ne Il canto del cigno un divo dei palcoscenici prossimo al viale del tramonto, compresso tra le malinconie e l’orgoglio del grande attore. Dioume, in un impeccabile italiano, fagocita la scena con una fisicità vibrante che ipnotizza lo spettatore. L’attore che ha dedicato sé stesso al teatro interpreta un uomo coetaneo che s’interroga sul senso stesso della propria professione.

Parallelismi ed ironia, come qualità presente in tutti i quadri, più lieve ne La Natura Enigmatica e  L’orso, dove protagonista indiscusso è il matrimonio; più caustica ed amara ne La signora col cagnolino, una dissertazione struggente sul desiderio e l’amore.

Una prova riuscita che incarna bene la lezione di Brook e dei suoi collaboratori, come lo stesso Dioume, sulla coniugazione del lavoro sul testo e dell’espressione formale nella resa teatrale, sotto la direzione di Gina Merulla, protagonista d’un duetto con Fulvio Maura , esempio perfetto dell’ottimo lavoro sul corpo cui accennavamo sopra. Ma  tale discorso si può estendere all’intero cast, che ha fornito una buona perfomance, nel caso di Mamadou Dioume s’arriva all’eccelso, tuttavia è bello notare che gli altri, più giovani, interpreti reggano bene il confronto col collega.

Elementi formali accuratissimi, dalle scenografie di Christian Valentini alle luci di Massimo Secondi sino ai costumi, che, sia per il discorso cromatico ché per l’accentuazione della presenza scenica degli attori , giocano un ruolo basilare nella messa in scena.

In scena presso il Teatro Hamlet sino al 29 marzo, da giovedì a sabato ore 21.00, domenica ore 18:00.

Roberto Cesano