Frida Kahlo. Il ritratto di una donna @ Teatro della Cometa – Roma

fridaFino al 28 febbraio, il Teatro della Cometa presenta lo spettacolo Frida Kahlo. Il ritratto di una donna, diretto da Alessandro Prete.

Frida Kahlo è una delle pittrici più amate e conosciute al mondo, per la straodinarietà della sua arte, ma anche per l’eccezionale vita che condusse nella prima metà del Novecento; una donna libera e fiera, in contrasto con la condizione femminile del suo tempo, che con caparbia passione fu testimone degli eventi rivoluzionari dello scorso secolo ed affrontò il calvario della mutilazione fisica.

L’esistenza dell’artista messicana è celebre quasi quanto i suoi metafisici autoritratti e creare un testo teatrale che la racconti ed omaggi è un’impresa ben ardua, soprattutto in termini di originalità e suggestività.
Tuttavia, il lavoro di Prete vince tale sfida, riuscendo a costruire una piece con immagini e suoni dalle forti connotazioni onirico-introspettive, proprio come i quadri della protagonista.

Ogni scena è anticipata, infatti, da un dipinto di Frida letteralmente messo in scena per scandagliare i molteplici aspetti di una donna complessa: dalla nascita come consapevolezza di sé, al rapporto con la madre ed alla propria mancata maternità, all’amore per il marito ed al confronto sfaccettato e contorto tra uomo e donna, sino alla paralisi ed alla genesi dell’atto creativo, quella che è una delle icone del ‘900 viene raccontata con emozione e grazia.
Frida Kahlo rappresenta tutte le donne nelle ombre e nella luminosità, in spirito, corpo e sessualità e ciò è messo sapientemente in scena in 90 minuti, leggeri come un battito d’ali.

Recitazione, visual art e teatro danza si fondono, grazie ad una regia sicura ed ispirata ed alle belle musiche di Stefano Mainetta: i quadri della Kahlo invadono il palco e la platea, grazie ad appositi videoproiettori per poi cedere il posto alle perfomances recitative di Alessia Navarro, Frida, Claudia Salvatore, la Madre, Ivan Giambertone,il marito della protagonista, ed alle coreograzie ballate da Giulia Barbone, una danzatrice dalla fisicità impressionante, sulle musiche di Mainetta.

Una narrazione non fluida ma affascinante e visivamente potente, che cattura lo spettatore e lo conduce nei meandri dell’anima d’una donna incredibile, capace di sperimentare nello stile e nei contenuti con dialoghi e mo monologhi brillanti, colmi di citazioni di frasi della Kahlo.

Gli intermezzi in cui la Barbone danza con un vigore ed un ritmo possenti rappresentano iconicamente gli stati d’animo della pittrice, la sua anima più primitiva ed istintiva; così come ogni personaggio con cui Frida/Navarro si confronta è una proiezione del fittissimo dialogo interiore ch’ella portò avanti per tutta la vita.

Il risultato è uno spettacolo ammaliante e completamente riuscito, in grado di rendere degnamente omaggio al genio dell’artista ed alla sua sanguigna femminilità; alla fame di gioia ed emozioni che la constraddistinse.

Alessandro Prete dirige con maestria sia la composizione dei quadri scenici ed il cast; le sue scelte registe sono interessanti ed originali ed hanno portato ad un’ottima realizzazione dell’opera.

Alessia Navarro, Ivan Giambertone e Claudia Salvatore recitano con convinzione i propri, molteplici, ruoli in un testo non di prosa convenzionale e l’attenzione alle sfumature della voce ed all’uso del corpo è stata totale per i tre interpreti, cui va il plauso del pubblico.
Abbiamo già citato l’incredibile fisicità di Giulia Barbone, i cui balletti sono un momento di grande impatto visivo per la sala, ipnotizzata da salti, giravolte ed una serie di movimenti suadenti e drammatici al contempo.

Ottimo l’uso delle luci ed una scenografia funzionalissima, composta da un telo che funge da schermo per le videoproiezioni ed oggetti di scena d’uso quotidiano che, però, accentuano la cornice onirica dello spettacolo.

Frida Kahlo. Il ritratto di una donna è uno spettacolo da consigliare vivamente sia agli estimatori della pittrice, ché a coloro che nulla sanno della sua vita e che ne rimarrano stupiti ed incantati.

Roberto Cesano