Home, I’m Darling @ Teatro Vittoria – Roma

Al Teatro Vittoria di Roma è in scena Home, I’m Darling, lo spettacolo vincitore del Laurence Oliver Award del 2019 tratto dal testo della drammaturga e sceneggiatrice britannica Laura Wade, tradotto da Andrea Peghinelli e con la regia di Luchino Giordana e Ester Tatangelo.

Lo spettacolo, sapientemente interpretato dagli attori in scena e ben orchestrato da una regia attenta, narra al pubblico una vita di coppia, apparentemente serena, in cui sembrano non avere importanza le convenzioni sociali.

I due protagonisti sono Judy, interpretata da una fantastica Valentina Valsania, e Johnny, interpretato da un bravissimo Roberto Turchetta: lei è una felice casalinga e lui impiegato nel mercato immobiliare. Le scene, curate da Francesco Ghisu, e i costumi, curati da Ilaria Capanna, ci riportano negli anni ’50, in una villetta perfetta, piena di tutti comfort dell’epoca e cullati dalle musiche di Marco Vidino: tutto è armonioso, comprese le bellissime coreografie jive ideate da Marco Pitorri. Judy appare ben lieta di accudire la casa e il marito e Johnny racconta alla moglie del suo lavoro, della sua prossima promozione e quanto si sente felice e appagato dal suo matrimonio.

Quando Judy tira fuori dal cassetto un laptop, ci si rende conto però che si tratta di una messa in scena, che siamo ben lontani dagli anni ’50 e che i due protagonisti hanno fatto la scelta consapevole quanto difficile di costruirsi un mondo parallelo idealmente ispirato a quegli anni, affascinati entrambi dalla realtà raccontata dai film dell’epoca. Emerge che la donna era una manager di successo, guadagnava più del marito ma era stanca della competizione e ha deciso di abbandonare il competitivo mondo della finanza per diventare una casalinga perfetta anni ’50, trascinando Johnny in un gioco inizialmente divertente che precipita entrambi in un’anacronistica divisione dei ruoli e li confina in un piano di realtà immaginario, in cui vestirsi come allora, vivere in una casa vintage e privarsi di tutte le tecnologie, a parte il laptop di Judy e il cellulare di Johnny. La donna ha deciso liberamente di vivere nel suo microcosmo domestico: non possiede, infatti, alcuna ambizione se non quella di continuare a condurre la propria esistenza serenamente. Johnny si illude di apprezzare questo cambiamento della moglie e di poter tornare indietro nel tempo.

Ma non è tutto perfetto e ben presto ci rendiamo conto che Judy non è completamente sincera con se stessa e Johnny fatica a sdoppiarsi tra il mondo reale e quella bolla che è diventata la loro vita. Judy utilizza il pc per vendere dei vestiti perchè i soldi non sono abbastanza con un solo stipendio mentre Johnny conduce una vita al di fuori dell’abitazione che stride nettamente con l’accordo preso con la moglie.

Alla loro vita di coppia si contrappone la madre femminista di Judy, Sylvia, interpretata da una meravigliosa Elena Callegari, che, in netta opposizione con la figlia, non riesce ad accettare il suo stile di vita. Quando Judy comincia a manifestare qualche piccolo dubbio, si lancia in un monologo toccante sulla realtà degli anni ’50, lontana da quella idealizzata dalla figlia e piena di sofferenza in un mondo che riemerge dalla guerra e che è ancora pieno di pregiudizi e lontano dal progresso che ora consente ad una donna di scegliere la sua vita e di essere indipendente. Non è affatto tutto rosa come raccontano i film e come la figlia si ostina a voler credere.

La realtà esterna si affaccia nel mondo incantato della coppia anche attraverso due amici, Fran (Laura Nardi) e Marcus (Luchino Giordana), che faticano a sostenerli nella loro messa in scena e vivono invece a pieno la realtà moderna, piena di stimoli e di contraddizioni.

Johnny comincia prima a dubitare della scelta fatta, quando arriva in ufficio il nuovo capo, Alex (Cecilia Cinardi), una donna bella ed emancipata che lo attrae. Judy si rinchiude sempre più nella nostalgia di anni non vissuti, così fragile da essere pronta ad accettare, senza opporsi, un tradimento per non porre fine al suo artificio e mettersi in gioco.

Le crepe della relazione tra Judy e Johnny emergono con forza quando l’uomo non riuscirà a ottenere l’ambita promozione e saranno costretti ad affrontare i problemi economici e a rendersi conto di quanto il loro rapporto sia basato più sull’illusione che non sulla realtà.

Gli anni ’50 diventano, nello spettacolo, emblema della solitudine della protagonista che, troppo impaurita per cercare il proprio posto nel mondo, ha preferito abbandonarlo per vivere di finzione e di un’idea.

La pièce racconta la complessità della vita e dei rapporti umani e lo fa attraverso una storia semplice, di complicità domestica, ambientata in una epoca diversa dalla nostra per creare la distanza che ci permette di osservare il fenomeno senza sentirci troppo coinvolti e ci racconta l’angoscia che emerge dal divario di genere, tutt’ora irrisolto, nella società di oggi, rincorrendo il difficle equilibrio del rapporto tra uomini e donne.

Uno spettacolo decisamente da non perdere e sapientemente in grado di bilanciare la commedia e il dramma. La vita di tutti i personaggi racchiude infatti una buona dose di  ironia ma anche un velo di solitudine e di paura.

In scena fino al 29 Ottobre 2023.

Claudia Belli