Al Teatro Duse di Roma è in scena lo spettacolo I Love you baby, l’ultima fatica teatrale di Paolo Andreotti, una pièce ricca di colpi di scena che accompagna il pubblico attraverso una sana riflessione sul mondo.
I tre personaggi in scena sono perfettamente delineati e catturano il pubblico fin dalle prime scene: Stefano De Sanctis, interpretato dallo stesso Paolo Andreotti, è un architetto stimato, uomo integerrimo, onesto e buono, apparentemente privo di scheletri nell’armadio e in lizza per la poltrona di Presidente del Consiglio; la splendida moglie Barbara, interpretata da una spumeggiante Silvia Catalano, donna forte e compagna perfetta, affascinante e superficiale signora della Roma bene, dal passato un po’ turbolento ma ora rientrata nei ranghi, animatrice della vita mondana e intellettuale; infine Zlata, interpretata da una intensa e giovanissima Paola Calliari, una sensuale ventenne bosnica, che dice di conoscere un segreto che può rovinare la felicità dei due e chiede a Stefano di ritirarsi dalle scene politiche. La preparazione della festa per le nozze d’argento della coppia si intreccia con i sondaggi per le elezioni, i rapporti a distanza con i figli ed i loro problemi, il ricordo di amici ormai lontani, tragedie che si consumano intorno a loro pur apparentemente distanti, tutto sembra andare per il meglio prima dell’arrivo di Zlata, che, con la sua presenza sempre più ingombrante, distrugge il mondo fatato della coppia, fino all’epilogo drammatico.
Nel corso dello spettacolo, tutti i personaggi riscoprono la loro vera natura, Stefano fa i conti con un passato che lo terrorizza ma continua a sperare in una possibilità di riscatto, Barbara asseconda la sua sete di potere, arrivando a progettare un piano diabolico pur di non rinunciare al suo sogno di gloria e Zlata rivive con drammatico trasporto il racconto di violenza ed ingiustizia della mamma sul letto di morte.
Uno spettacolo intenso, vibrante, emozionante, che fa riflettere il pubblico sui limiti che possono essere superati per leggerezza, ma segnano per sempre la vita di chi li supera. Ci si domanda se si può tornare indietro, se un uomo può diventare buono dopo aver fatto tanto male, se si può perdonare e credere nel futuro. Lo spettatore viene così coinvolto man mano nella vita quasi perfetta dei due coniugi altoborghesi, nella loro storia fatta di amore e compromessi, in una continua condivisione di emozioni e sensazioni. Si esce dalla sala con in cuore l’emozione dei protagonisti, il giudizio sul pezzo di storia che viene raccontata sul palco, anche se il regista ed autore non esprime direttamente il suo punto di vista, lasciando al singolo spettatore la possibilità di schierarsi, di scegliere cosa è giusto e cosa no.
Uno spettacolo che mette a confronto due attrici ed un attore meravigliosi, i loro mondi così diversi, la contrapposizione tra immagine pubblica e vita privata, tra bene e male, tra certo ed incerto, fino al colpo di scena finale.
Assolutamente da non perdere, per l’originalità e lo stile, per i sorrisi che strappa pur non trattandosi di uno spettacolo comico, per la familiarità con cui avvicina al pubblico ai protagonisti.
Claudia Belli