I masnadieri @ Teatro Basilica – Roma

In scena sino al 28 aprile al Teatro Basilica, I masnadieri diretto da Michele Sinisi.

Frutto della collaborazione tra Sini e il Gruppo della Creta, lo spettacolo è tratto dall’omonimo dramma  di Friedrich Schiller, un classico del teatro tedesco rappresentato per la prima volta nel 1782.

Il nobile Karl Moor abbandona gli agi della condizione aristocratica per guidare un nutrito gruppo di giovani sovversivi la cui missione è combattere il Potere Costituito e destabilizzare la società, attraverso atti di spietata ferocia ed idealismo radicale.

Karl compie una vera e propria evoluzione nell’arco dei cinque atti, che lo porterà a riconsiderare le proprie posizioni ed a riavvicinarsi al padre ed all’amata Amalia, mentre i masnadieri- uomini d’armi/furfanti nell’accezione canonica del termine- si rivelano crudeli e votati ad una violenza fine a se stessa.

La potenza del testo di Schiller è decostruita dall’adattamento di Sinisi, che opera un sovvertimento cronologico degli atti ed uno svestimento della retorica schlleriana, mediante una sagace ironia ed un umorismo quasi no-sense e molto postmoderno.

L’opera stessa del regista barese è fortemente postmoderna, nella sua messa in scena metateatrale e  per l’originalità e coraggio nel modo di confrontarsi con un caposaldo della drammaturgia.

Sinisi non è per niente intimorito dall’autore teutonico: modella come argilla i contenuti dell’opera e ne dispone a proprio piacimento, compiendo una serie di scelte stilistiche audaci.

L’epica grandezza della figura di Karl contrapposta alla grettezza di suo fratello, il meschino Franz, la puerile visione rivoluzionaria di un gruppo di giovani, uniti da un vincolo amicale dai risvolti camerateschi, la bellezza della figura di Amalia- un personaggio femminile non canonico per il periodo in cui Schiller scrisse il testo, che brilla per modernità e temperamento- il disilluso sguardo dello scrittore verso la Germania e le istituzioni; sono tutti elementi che Sinisi inserisce nel suo adattamento in maniera personale e convincente.

Il lavoro del folto gruppo d’attori  ha ampio merito nella riuscita degli intenti del regista, ritagliandosi uno spazio all’interno della rappresentazione ed uscendo ed entrando con disinvoltura dal proprio personaggio.

Laura Pannia, unica donna del cast spicca nel ruolo di un’Amalia eterea e ferina, catalizzando la scena con la sua presenza magnetica seppur lieve; un mix di qualità apparentemente in contrasto tra loro ma che rendono la sua interpretazione tra le più riuscite nello spettacolo.

Gianni D’Addario è un viscido, surreale, Franz ed infonde al fratello malvagio una comicità straordinaria, depauperandolo dell’aura del cattivo del dramma.

Lucio De Francesco e Jacopo Cinque si prestano ad interpretare più personaggi con un effetto esilarante nel passaggio tra i differenti ruoli.

Donato Paternoster è un Karl Moor carismatico, capace di giocare col registro metatestuale dell’adattamento e d’interagire abilmente con gli altri membri del cast.

Sinisi gioca con il teatro e con Schiller, sorprendendo e facendo ridere gli spettatori ipnotizzati dal caos in scena; un marasma vitalizio che ci restituisce appieno lo spirito della gioventù tedesca presente ne I masnasdieri.

Roberto Cesano