Dal 20 al 25 settembre, va in scena al teatro Vittoria, in prima regionale, la divertente commedia Il colloquio, scritta e diretta da Marco Grossi e vincitrice del Bando SIAE Nuove Opere “PER CHI CREA” 2019.
Siamo nella moderna sala riunioni di un’azienda internazionale in cui arrivano uno alla volta i candidati per un posto di lavoro: hanno tutti già passato una selezione preliminare e sono pronti al colloquio finale di gruppo, per conquistare l’ambito posizione professionale.
L’atmosfera è tesa, hanno tutti ottimi titoli e referenze, ma caratteri completamente diversi ma in comune il desiderio di fare bella figura con lo scaltro selezionatore e con il capo, o, meglio, col recruiter e il top manager: hanno lo skill giusto per raggiungere il target, doti di problem solving senza andare out focus, ma sapranno lavorare in team?
I sei divertenti personaggi che aspirano alla luminosa carriera promessa, nell’attesa del colloquio, si presentano per come vogliono apparire, ma finiranno inevitabilmente per rivelare la loro vera natura, pronti a tutto per ottenere quello che vogliono.
C’è Aldo, l’impacciato e nervoso raccomandato, interpretato dal bravissimo Giuseppe Scoditti, che appare sciocco, ma è più astuto di quanto sembri.
Fabrizio Lombardo è Fabio Maria, un filosofo saccente ed ironico che parla attraverso colte citazioni letterarie ma in realtà è un insicuro.
Gaia, Alessandra Mortelliti, è disabile e nasconde dietro la sua aria di ragazza semplice e sorridente un animo freddo e calcolatore.
William Volpicella interpreta Emanuele, che con il suo fare logorroico ed espansivo sembra voler essere di aiuto agli altri ma poi si rivela essere un vigliacco che pensa solo a sé stesso.
Poi ci sono Linda, Valentina Gadaleta, la ragazza seria e sicura di sé che ha qualcosa da nascondere, e Giuseppe, interpretato dallo stesso Marco Grossi, che nonostante l’esperienza viene trattato da novellino e tiene segreto il motivo della sua presenza lì.
L’ambizioso recruiter Armando, Alessandro Anglani, approfitta del suo ruolo per mettere sotto pressione i candidati, ma a sua volta è succube del venerato capo, l’ingegner Tempesta, Augusto Masiello, grande affabulatore filantropo all’apparenza, ma in realtà perverso e crudele.
Gli attori sono estremamente affiatati tra loro e sanno dare personalità ai loro personaggi, aiutati anche dai costumi che ne sottolineano bene le caratteristiche.
La moderna scenografia di Riccardo Mastrapasqua sottolinea l’importanza e il prestigio della società pur mantenendola anonima, con il grande logo in primo piano, le sedie di design e la porta in stile Mondrian.
Anche se tutto è esattamente come dovrebbe essere, un quadro caparbiamente storto, insieme alla musica scelta per incorniciare la storia (Psyco killer dei Talking Heads), suggerisce che forse qualcosa potrebbe non andare per il verso giusto.
Il colloquio racconta con leggerezza una selezione all’ultimo sangue dall’esito paradossale per indagare sul tema della competizione nell’attuale mondo del lavoro.
C’è di tutto: dal costante senso di inadeguatezza in un ambiente estremamente arrivista alle minacce e le strategie, le raccomandazioni, l’ipocrisia e il servilismo, fino ad arrivare agli abusi sessuali sui dipendenti.
L’uso continuo di termini in business english è esilarante e sdrammatizza la disumanizzazione delle risorse umane.
Si è davvero disposti a tutto per raggiungere l’obiettivo?
Laura Pazzelli