In scena sino a domani 23 gennaio al Teatro Petrolini, Il diavolo Anarchico spettacolo ideato dalla compagnia Grand Guignol de Milan.
Il diavolo in questione sarebbe Simone Pianetti, abitante di una valle del bergamasco noto per esser stato protagonista d’una caccia all’uomo da record sia per numero dei membri delle forze dell’ordine coinvolti sia per la durata.
Pianetti aveva abbandonato il piccolo borgo natio per andare negli Stati Uniti verso il 1888, per poi farvi ritorno dopo oltre un decennio col desiderio di portare la modernità tra la sua gente, prima con l’apertura di una locanda e poi con quella di un mulino elettrico, tra i primi del luogo.
Tuttavia, l’esistenza dell’uomo fu costellata di tragedie e fallimenti, causati in gran parte dal clima di sospetto verso le sue idee politiche e verso lui stesso, tanto da guadagnarsi l’appellativo di diavolo anarchico.
Pianetti fu perseguitato per tutta la propria esistenza dalle maldicenze sulla sua famiglia, al punto che he su narrava di accordi tra i Pianetti ed il demonio e di un libro maledetto, ed egli compi’ poi un gesto tragico e tremendo, come risposta alle angherie subite.
Lo scopo dello spettacolo è indagare sui motivi che spingono brave persone a compiere atti efferati: Simone Pianetti è rappresentato come un mite innovatore e lavoratore, vessato da un fato malevolo e da una comunità provinciale, chiusa e terrorizzata dal diverso e dalla novità.
Incarnazioni di tale ambiente sono il prete, la bella pettegola ed il segretario cittadino del paese del protagonista; questi tre personaggi sono gli antagonisti dell’uomo più per stupidità ed ignoranza che malvagità pura. Allegorie incarnate di un certo tipo di società.
Al di là dell’interessante parabola del protagonista, che e’ realmente esistito , ciò che colpisce e convince è la messa in scena scelta dalla compagnia: l’opera trasuda il fascino retrò del teatro delle marionette, di un tempo perduto, dove la fascinazione dello spettatore procedeva di pari passo con una fruizione meno complessa e smaliziata delle forme d’intrattenimento, l’artigianalita’delle scene.
Il Grand Guignol gioca come genere sulla morbosità, il lato oscuro e gotico delle fiabe- basti pensare alla fascinosa cupezza delle novelle dei fratelli Grimm- le zone d’ombra dell’etica; non a caso il beffardo narratore fuori campo è il Diavolo stesso, dai modi sardonici ma affabili ed un sorriso affilato come una lama.
L’interazione con lo spettatore diviene ulteriore motivo di piacevole intrattenimento per la sala, come lo è l’atmosfera quasi lynchana del Teatro Petrolini, un piccolo gioiello nel cuore di Testaccio.
Molto bravi tutti gli interpreti, la cui passione per il mestiere dell’attore e per il Teatro traspare dall’entusiastica performance, ed ottimo l’uso di luci e musiche in scena.
Fortemente consigliato per un’esperienza fuori dai canonici appuntamenti teatrali, invoglia ad informarsi sulla figura iconica di Simone Pianetti e la sua inconsueta vicenda umana
Roberto Cesano