Al Teatro Vittoria, nel cuore del rione Testaccio, è in scena fino al 6 Gennaio 2019, Il Diavolo, certamente; tratto dai racconti di Andrea Camilleri, 33 di 3 pagine ciascuno, lo spettacolo si avvale della regia di Stefano Messina, che ne è anche interprete e dell’adattamento di Claudio Pallottini.
La storia si ambienta all’interno d’uno scompartimento di un treno dove sei sconosciuti, pungolati da uno di loro, si raccontano vicendevolmente le loro esperienze caratterizzate da singolari e bizzarri momenti e tutte in sospetto d’ispirazioni luciferine.
Gratuiti sospetti o assolute e certezze d’interventi diabolici, è questo il dilemma su cui s’incentra tutta la storia.
Presenze del Demonio o conseguenze dell’Imponderabile, fattore quest’ultimo che sfugge ad ogni umana valutazione?
Va da sé che ogni spettatore si orienta verso l’una o l’altra ipotesi, a seconda delle proprie convinzioni sull’esistenza di una vita ultraterrena e dei suoi possibili interpreti.
Indovinata la scenografia, ideata d’Alessandro Chiti, che si sviluppa su due piani d’osservazione attraversati da un velo trasparente dove all’occorrenza si proiettano delle immagini attinenti al momento che si narra. Sullo sfondo si distingue lo scompartimento con i passeggeri, che raccontano le loro storie mentre, in primo piano, si muovono i personaggi che le storie evocano.
Dei pannelli girevoli posti ai lati del palco ricreano gli ambienti dove hanno luogo gli avvenimenti narrati.
Spettacolo, interpretato con consumato mestiere da tutto il cast artistico e accompagnato dalle musiche di Pino Cangialosi che sottolineano con puntualità momenti d’inquietudine ad altri di quiete, scorre in maniera lenta per tutto il primo atto, per poi nel secondo tempo esplodere in accellerazione con un colpo di scena finale, tanto inaspettato quanto folgorante.
Marco Recchia