Audience Revolution 2024 -Merda merda merda- è una delle rassegne del Palladium, teatro dell’Univerità degli studi di Roma Tre, scandita da quattro appuntamenti tra il 26 ottobre ed il 13 dicembre.
Obiettivo della rassegna è, dichiaratamente, veicolare verso tale forma d’arte e creatività l’interesse di un pubblico giovane, attraverso un programma particolarmente interessante che terminerà con uno spettacolo di César Brie- uno dei più importanti e visionari autori contemporanei-, promuovendo l’iniziativa in un contesto universitario ed in luogo, il Palladium, unico e storico.
Ad aprire Audience Revolution è stato Il fuoco era la cura- Liberamente ispirato a Farenheit 451 di Ray Bradbury della compagnia Sotterraneo: una rielaborazione metatestuale del capolavoro di Ray Bradbury, meticciato con le suggestioni dell’adattamento cinematografico di Francois Truffaut, che inscenava una distopia terrifica in cui i libri ed il sapere in genere sono considerati avversari della civiltà, ed i pompieri non spengono incendi bensì appiccano roghi di libri.
La cupa visione dello scrittore statunitense diviene spunto d’una riflessione formale sul nostro tempo attuale nelle sue inquietanti contraddizioni e similitudini con la sua opera, in uno spettacolo dalla confezione eccellente e riuscita sotto ogni aspetto, dalla resa scenica a quella perfomativa dell’intero cast sino alla scelte musicale effettuate.
Strutturato in capitoli, Il fuoco era la cura-Liberamente ispirato a Farenheit 451 di Ray Bradbury scritto da Daniele Villa ed ideato e diretto dallo stesso Villa, Sara Bonaventura e Claudio Cirri, presenta un adattamento metateatrale del romanzo, scandito da soluzioni sceniche accattivanti e molto moderne come drammaturgia – la produzione vede coinvolti, non a caso, il Teatro Metastasio ed il Piccolo Teatro di Milano, due perni della sperimentazione- e che esaltano il lavoro fisico degli interpreti, tutti eccellenti.
Il risultato è una marasma cognitivo che avvince lo spettatore e lo induce a riflettere, privo di fronzoli e colmo d’un’ironia affilata ma lieve, grazie all’ottima prova svolta da Sotterraneo nella costruzione e messa in scena dello spettacolo.
Il futuro di Bradbury che è il nostro presente e quello che potrebbe esser nella decadi a venire è raccontato sul palco in modo brillante, sfruttando al massimo le potenzialità attoriali dei cinque protagonisti con un variegato ed intenso uso del corpo, inteso come strumento espressivo al suo meglio.
L’opera rappresenta un ottimo inizio per la rassegna, il cui prossimo appuntamento è con Anima Camuscada sabato 16 novembre.
Roberto Cesano