Kinky Boots @ Teatro Brancaccio – Roma

Dopo il successo dell’anteprima italiana a Milano, il celebre musical Kinky Boots approda al Teatro Brancaccio di Roma dal 23 al 26 gennaio 2020, con un cast d’eccezione e la regia di Claudio Insegno.

Prodotto daTeatro Nuovo Milano il musical – alla sua prima romana – è basato sul film del 2005 Kinky Boots, scritto da Geoff Dean e Tim Firth e vanta le meravigliose musiche di Cyndi Lauper e i testi di Harvey Fierstein.

Dopo il suo debutto a Broadway, dove si è aggiudicato ben sei Tony Awards, Kinky Boots ha debuttato a Londra nel 2015 attirando fans da tutto il mondo e vincendo tre Oliver Awards, sino ad sbarcare a Milano lo scorso anno.

Lo spettacolo, basato su una storia vera, è tanto divertente e bizzarro quanto commovente e ruota attorno  a Charlie Price, un giovane ragazzo inglese che ha ereditato con riluttanza la fabbrica di scarpe di suo padre, Price & Son, che è sull’orlo della bancarotta.

Nonostante le sue iniziali ritrosie, egli cerca di sentirsi all’altezza di suo padre e di salvare l’attività di famiglia e l’incontro fortuito con una favolosa drag-queen londinese, Lola, gli ispirerà un’idea che sarà in grado non solo di salvare l’azienda, ma anche di rivoluzionare il mercato delle scarpe.

Kinky Boots è un viaggio musicale e squisitamente coreografico, che parla di inclusione, diversità, amore e amicizia ma senza mai cadere nel banale.

Agile, pungente e straordinariamente irriverente, Kinky Boots riesce a far riflettere divertendo lasciando il pubblico estasiato e la sala piena di applausi.

Marco Stabile, Charlie Price, incanta con la sua voce e le sue doti recitative ma è Stan Believe, Lola/Simon, a rubare continuamente la scena con il suo invidiabile carisma e il suo accento francese, a divertire con la sua incredibile nonchalance e a sorprendere con le sue continue citazioni della cultura LGBTQ+, da Ru Paul al Voguing.

Menzione speciale merita l’impeccabile orchestra che ha offerto musica dal vivo e la geniale coreografia. Bellissimi i costumi e adatta la scenografia.

Fabrizio Funari