La Carovana di Shakespeare – Le Muse @ Teatro San Paolo – Roma

William Shakespeare è una fonte inesauribile d’ispirazione; le sue opere sono universali e hanno una potenza eternamente contemporanea, la sua vita rimane avvolta tra le coltri del mistero della sua stessa identità ( commerciante italiano, teatrante inglese e molte alte ipotesi).

Qualsiasi arte ha omaggiato il Bardo con adattamenti piú o meno fedeli ,al teatro ed al cinema, sino a visioni post-moderne disparate come la versione teatrale inglese de La Tempesta con Vanessa Redgrave nei panni di Prospero o come film quali Romeo e Giulietta di Baz Luzhman o il Titus con Jessica Lange.
Tra i lasciti più importanti che il vate del Teatro Elisabettiano ci ha lasciato in eredità vi sono le straordinarie e variegatissime figure femminili della sua folta produzione: regine, madri, fanciulle virginee, proto-dark ladies, comari pragmatiche, serve fedeli; personaggi a volte brillanti e a volte gotici, pregni di dolore e follia.
Shakespeare ha saputo mettere in scena l’universo femminile con amore ed ammirazione, rappresentandolo in tutta la sua temibile, tenera complessità, memore della lezione di Euripide il tragico greco che fu, prima di lui, il miglior cantore della Donna.

La carovana di Shakespeare: Le Muse è un omaggio sentito e colmo di passione alle donne del Bardo inglese, ideato e diretto da Ester Cantoni con in scena Patrizia Grossi, Cristina Golotta, Giuseppe Renzo e la stessa regista.
Strutturato come spettacolo itinerante sia a livello spaziale, con gli attori che conducono il pubblico attraverso le sale del Teatro San Paolo, sia a livello tematico in quanto va in scena una vasta rappresentazione di brani al femminile ed una selezione di sonetti amorosi.
S’inizia con Le allegre comari di Windsor ed Il mercante di Venezia con la leggerezza licenziosa di Porzia e le comari , per poi passare di sala in sala da Desdemona a Giulietta, dall’allucinata Lady Macbeth al delirio di Ofelia sino alla magica Titania, signora di Ferie e protagonista de Il sogno di mezza estate; un percorso circolare che s’apre in commedia e finisce in essa, senza tralasciare la tragicità di figure quali la Duchessa di York, madre prostrata dall’empietà del figlio deforme nel Riccardo III , e la saggia serva della moglie di Otello.
Il tutto scandito dall’esclamazione dei celebri sonetti recitati da Giuseppe Renzo, che interpreta un giovane Shakespeare con convinzione ed efficacia.
Ma il punto di forza maggiore dello spettacolo è posto nella straordinaria bravura delle tre protagoniste, che toccano vertici altissimi a turno, durante i propri monologhi: Ester Cantoni regala al pubblico delle memorabili Lady Macbeth e Titania, passando con disinvoltura dalla colpa che tortura la nobile assetata di potere alla soavità eterea della sovrana di fate ed elfi; Patrizia Grossi è una Giulietta irrequieta e titubante di fronte allo stratagemma del veleno, una Porzia smaliziata e caustica e su tutte un’Ofelia folle e straziante; Cristina Golotta è una convincentissima madre di Riccardo III , costretta dall’orrore a maledire il figlio.
Figure fortissime, colme di epicità e bellezza, lugubri e ridanciane; perse nel giogo dei sentimenti o vittime di passioni deleterie, restituiteci pienamente da un trio d’attrici esperte e dotate.
Perfetta la regia di Ester Cantoni, che orchestra in maniera squisita la fisicità e la presenza degli attori in scena, dirigendo chi assiste ed i teatranti verso un finale immaginifico ed onirico tratto dal Sogno , dove la compagnia si congeda riportando gli spettatori alla realtà con la sensazione soave che si prova di fronte ad uno spettacolo riuscito. Anche se, spesso, le reinterpretazioni hanno il gusto amaro del deja-vu, nel caso dell’opera di Ester Cantoni non è affatto così: La carovana di Shakespeare: Le Muse è una sentita dichiarazione d’amore a Shakespeare ed alle donne partorite dal suo genio, un’occasione non scontata di esaltare uno degli elementi più importanti della drammaturgia dell’artista grazie ad un gruppo di attori in grado di reggere il peso di una bella sfida.

In scena sino al 21 ottobre al Teatro San Paolo.

Roberto Cesano