La Lupa @ Teatro Quirino – Roma

la lupa 2La Lupa è in scena presso il Teatro Quirino fino al 29 novembre, per la regia di Guglielmo Ferro e con Lina Sastri, icona del Teatro contemporaneo, come protagonista assoluta.

Celebre novella di Giovanni Verga, adattata per questo spettacolo da Micaela Miano, che narra del folle sentimento d’una donna tra passione e morte nelle campagne sicule del tardo ‘800, è un testo che ben si presta alla trasposizione teatrale per la potenza della trama e per il superbo ritratto femminile della protagonista, il quale sul palco diviene una prova d’attrice alquanto intensa ed ambita dalle interpreti femminili. La trasposizione teatrale più famosa è quella diretta da Franco Zeffirelli con protagonista assoluta Anna Magnani nel 1965, a cui la Sastri è spesso accostata per talento e passionalità, non a caso Carlo Lizzani la chiamò per interpretare il ruolo della Magnani in Celluloide, film sulle riprese di Roma Città Aperta.

In una Sicilia rurale, fuori dal tempo, si consuma la vicenda amorosa di Gnà Pina, una sensuale e matura vedova, invaghitasi del più giovane ed umile bracciante Vanni, a sua volta interessato a sposarsi con la figlia dell’attraente donna. Gnà Pina è forte, appassionata e caparbia nel suo desiderio; ella non si frena di fronte agli altri contadini e corteggia il bel giovane con ferocia e sensualità arrivando a promettergli la figlia in sposa, pur di concupirlo ed assecondarne la volontà. Ma il matrimonio tra Vanni e la fanciulla non placherà la fame della protagonista, conducendoli verso un fatale epilogo.

La lupa del titolo è la stessa Gnà Pina, uno dei personaggi più appassionati della produzione letteraria di Verga, cui spesso si attribuisce un distacco stilistico legato al realismo dei suoi scritti. Al contrario, lo scrittore siciliano sviluppò uno stile colmo di partecipazione e vigore etico nella descrizione delle esistenze spezzate dei protagonisti delle sue opere.

Nella caduta verso il baratro della Lupa c’è un’umanità immensa: Gnà Pina desidera con l’intensità d’una foresta in fiamme Vanni, il suo corpo ed il suo amore, e l’uomo ricambia per quanto ossessionato dalle convenzioni sociali e dal giudizio del prossimo.

Questa è la differenza sostanziale tra i due protagonisti ed è la donna, nell’arretrata e misogina Sicilia ottocentesca, a sfidare una comunità intera ed i suoi dogmi religiosi e non, mentre l’attraente amante, per quanto irretito ed ammaliato da lei, vorrebbe poter far parte di quella stessa comunità sistemandosi socialmente ed economicamente, attraverso il matrimonio con l’innocente figlia della lupa.

Tanto Gnà Pina è sensuale e diretta quanto la figlia, per contraltare, pare contrita ed umile, devota alle tradizioni religiose e pudica nel modo d’interagire col prossimo; tanto l’interesse della madre verso il bel contadino è esibito quanto quello della figlia è celato, dietro un’apparente indifferenza ed il timore dell’ira materna.

Tuttavia la fanciulla muterà atteggiamento dopo il matrimonio, reclamando il marito con una foga degna del temperamento della Lupa.

Il tutto mentre il passaggio delle stagioni è scandito dalla raccolta delle messi e dall’avvicendarsi di riti religiosi, dall’alternarsi della notte, momento delle tentazioni tra il frinire dei grilli e il verso di cattivo auspicio della civetta, ed il giorno in cui segreti e contrasti sono svelati ed affrontati sotto gli occhi di tutti. Al dramma privato d’una famiglia atipica si contrappone la pubblica cerimonia d’una processione religiosa in lontananza.

Cast in stato di grazia, con Giuseppe Zeno, Vanni, protagonista maschile affascinante, completamente in parte e che ben riesce a confrontarsi con Lina Sastri, nei duetti su cui si basa l’adattamento.

Bravi tutti gli altri attori capitanati da Clelia Piscetello, che intepreta con grande bravura il ruolo della saggia contadina.

E poi c’è la Sastri: ella appare sul palco dopo alcuni minuti dall’inizio dello spettacolo e la sua presenza scenica si manifesta pian piano, fino allo zenith del momento in cui Gnà Pina canta sommessamente una melodia popolare.

L’attrice interpreta un personaggio estremo senza enfasi, poiché consapevole che la potenza della Lupa è insita nel suo carattere stesso e nel registro verbale utillizzato con gli altri personaggi: ammaliante e ricco di doppi sensi ed improvvisi mutamenti umorali con Vanni, diretto ed imperioso con la figlia, distaccato e quasi sardonico con gli altri contadini, eccetto che con l’ubriacone che la insulta costantemente.

Il contegno della donna viene meno col trascorrere dello spettacolo e l’attrice è bravissima nel comunicare attraverso la voce e la gestualità la perdita di controllo di Gnà Pina, a far avvertire allo spettatore il devastante tormento d’una passione, che non dà requie né sollievo.

Come scrivevamo all’inizio, La lupa rappresenta una prova d’attrice alquanto forte e d’impatto, ed in questo caso non è piaggeria affermare che Lina Sastri rapprenti l’interprete ideale per tale ruolo.

Ottima la regia di Guglielmo Ferro nello scandire con maestria i tempi narrativi del testo e nella direzione degli attori in un testo.

Francoise Raybaud ha curato con certosina attenzione costumi e scenografia: gli abiti dei contadini tra cui lo stesso Vanni sono sporchi di terra e laceri mentre la scelta d’un velo rosso che la Sastri utilizza in vari modi sottolinea la passione che possiede Gna Pina. La scenografia, composta da messi, attraverso cui appaiono e scompaiono i personaggi, ed uno schermo che determina il passaggio dalla luce alle tenebre, è suggestiva e pare il naturale ambiente dove Eros e Thanatos conducono la loro eterna guerra.

Un plauso alle musiche di Massimiliano Pace ed agli arraggiamenti musicali curati da Franco Battiato, che recano un valore aggiunto ad un adattamento teatrale dalla confezione e la resa perfetti da consigliare assolutamente a tutti gli appassionati di Teatro romani e non.

Roberto Cesano