La Scomparsa delle lucciole @ Teatro Palladium – Roma

Lo spettacolo La scomparsa delle lucciole è inserito all’interno della stagione teatrale del Palladium, sede delle iniziative culturali di Roma Tre Universita’ degli studi.

Opera divisa in due atti, imperniati rispettivamente sugli anni ‘70 e ‘80 dello scorso secolo, è diretta da Gianfranco Pedullà ed è il terzo episodio della trilogia DOPO SALO, un’ambiziosa ricostruzione della storia contemporanea del Belpaese.

Nel primo atto, Pier Paolo Pasolini è il filo conduttore della messa in scena degli anni di piombo: inseguito da un mediocre reporter, snocciola riflessioni sulla società del tempo e sul ruolo degli intellettuali- citazioni reali estrapolate dagli interventi dell’artista friulano- mentre si susseguono in scena monologhi individuali e scene corali coreografate, con protagonisti personaggi della cronaca del periodo; terroristi fascisti, genitori inconsapevoli di brigatisti rossi, agitatori sociali e studenti universitari appaiono e scompaiono in un ritmo vertiginoso.

Nel secondo atto, invece, lo spettatore è proiettato in uno studio televisivo, in cui due volgari comici presentano una variegata fauna, rappresentante del decennio dell’opulenza, fino alla comparsa di Silvio Berlusconi col suo noto annuncio della discesa in politica.

Due atti che sono completamente e volutamente differenti per registro drammaturgico e linguaggio, nel tentativo di restituire lo zeitgeist d’entrambe le epoche, e che hanno una riuscita qualitativa altrettanto diversa: il primo e’ convincente, seppur l’enfasi in alcuni passaggi su Pasolini sia eccessiva; ben diretto da Gianfranco Pedullà e ben interpretato dal numeroso cast, convince ed avvince la sala.

Il secondo atto, al contrario, per quanto abbia una cifra stilistica dichiaratamente grottesca, ha una messa in scena confusionaria e piuttosto banale nella raffigurazione dei personaggi, di cui risentono anche  la regia e le interpretazioni della compagnia.

L’idea di rendere la tv commerciale e l’avvento di Silvio Berlusconi  una metafora degli Ottanta è corretta ed interessante, ma lo spettacolo zoppica in tale parte e ne risente il risultato complessivo.

Le luci curate da Gianni Pollini e Marco Falai sono una garanzia per entrambi gli atti e l’intero cast dimostra impegno e passione- molti i giovani interpreti oltre ai veterani

Marco Natalucci e Rosanna Gentili-.

La scomparsa delle lucciole, metafora pasoliniana sulle conseguenze nefaste del boom economico nel secondo Novecento italiano, è al di la’ dei limiti qualitativi un esperimento gradevole e sincero nelle intenzioni.

In replica stasera alle 20.30.

Roberto Cesano