Appuntamento al Salone Margherita di Roma con La Traviata di Giuseppe Verdi in versione Taglio Tradizionale, per la quale da durata è poco più della metà della versione integrale. Qui la compagnia I Virtuosi dell’Opera di Roma diretta da M° Adriano Melchiorre ci offre una fedele ricostruzione dell’opera in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave.
Nel I atto, siamo nel salone dell’elegante casa parigina dell’affascinante Violetta Valéry, con la voce di Carmela Maffongelli, insieme ai suoi invitati, luogo in cui conosce un suo ammiratore Alfredo Germont, interpretato da Adriano Gentili, il quale le confessa di essere innamorata di lei da un anno. Violetta, dopo un primo indugio, ricambia i suoi sentimenti.
Nel II atto, date le difficoltà finanziarie di Violetta e le sue pessime condizioni di salute per via della tisi, Alfredo decide di mettersi in gioco ed aiutarla, mentre suo padre Giorgio Germont accusa l’amata di volerlo spogliare delle sue ricchezze e le impone di lasciarlo; ella a malincuore accetta. Successivamente, Alfredo, avendo saputo della decisione della sua amata, la raggiunge a una festa in cui è sicuro di trovarla per poterle parlare.Quando la incontra, Violetta lo inganna, confessando di essere innamorata del Barone Duphol, in modo da far perdere le speranze al povero Alfredo. Quest’ultimo, amareggiato, la umilia davanti a tutti gli invitati al ricevimento, tanto che il barone per difendere l’onore della fanciulla, lo sfida a duello.
Nel III drammatico atto, la scena si svolge in una camera da letto, dove Violetta, ormai dolorante e in fin di vita per via della tisi, riesce a ricongiungersi col suo amato e chiarire tutte le bugie e incomprensioni che sono intercorse tra i due, ma il culmine del loro atto d’amore s’interrompe per l’improvvisa e teatrale morte della donna, lì al suo capezzale davanti agli occhi straziati di Alfredo.
I tre atti sono ambientati nella casa di Violetta, nella casa della sua amica Flora e l’ultimo atto nella stanza da letto della donna malata. Le stanze sono arredate da un divano grande, qualche sedia e un piccolo tavolino con vivande, mentre nella stanza da letto c’è il letto finemente decorato in primo piano in cui vi è sdraiata la donna sofferente. Nonostante la sobrietà e la non opulenza degli arredamenti, la loro disposizione e il contesto rendono molto l’idea di magnificenza dell’ambiente elitario, sicuramente anche molto aiutato dagli splendidi e preziosi costumi degli attori, finemente decorati e classici del periodo. La calda voce di Violetta e l’impeto dell’innamorato Alfredo riecheggiano in tutto l’ambiente, accentuati ancor di più dalla magistrale musica dell’orchestra i Virtuosi dell’opera di roma, che si destreggiano nei celeberrimi brani della Traviata; davvero bravi considerando la non eccelsa acustica del teatro che a volte rendeva difficile la comprensione agli spettatori delle ultime file.
Occorre sottolineare la tenacia e bravura nell’organizzazione dell’evento, in quanto va a rappresentare una complicatissima opera in un contesto diverso dal Teatro dell’Opera di Roma, quindi, non avendo finanziamenti pubblici, è interamente autofinanziata, e ciò che meglio si apprezza da quest’opera è la grande capacità di trovare un compromesso tra l’opulenza scenografica e la bravura del coro avendo a disposizione un budget non illimitato.
Bravi, complimenti.
Marco Lelli