L’amore migliora la vita @ Teatro Sala Umberto – Roma

gaia deIn scena fino al 21 febbraio presso il Teatro Sala Umberto, L’amore migliora la vita scritto e diretto da Angelo Longoni ed interpretato da Ettore Bassi, Gaia De Laurentis, Giorgio Borghetti e Eleonore Ivone.

Due coppie di coniugi quarantenni agli antipodi, un imprenditore edile sposato con una casalinga un po’ rigida ed un primo violinista ammogliato con un’affascinante giornalista di riviste femminili, s’incontrano a cena, a casa dei primi, per discutere della sospensione dei rispettivi figli che rischia di far saltare la maturità ad entrambi: i due ragazzi sono stati sorpresi da un bidello in atteggiamenti intimi durante l’orario scolastico e ciò ha scatenato un putiferio, oltre che aver fatto scoprire la loro relazione agli ignari genitori, i quali non avevano intuito nulla riguardo la loro omosessualità.

Inizialmente la cena è garbata ed i toni pacati, seppur si manifesti da subito l’insofferenza dei due uomini, stemperata dalle rispettive mogli; Ettore Bassi, il violinista, non ha problemi riguardo alle scelte sessuali del figlio ma è alquanto cinico e sferzante nei confronti dei padroni di casa, Gaia De Laurentis e Giorgio Borghetti, in particolare verso Borghetti, reo d’esser piuttosto gretto ed omofobo.

Quando la discussione degenera e si giunge alle reciproche accuse relative alle responsabilità genitoriali, la De Laurentis fugge da casa, inseguita da Eleonore Ivone, mentre l’acceso confronto tra i due maschi continua con conseguenze impreviste.

Quattro personaggi archetipici, l’imprenditore gretto ed arraffone, la moglie insoddisfatta ed un pò bigotta, l’artista affascinante dalla lingua velenosa e la donna liberata, per nulla turbata dalle evoluzioni sessuali contemporanee posti in una storia che ricorda Carnages- il dio della carneficina, testo teatrale noto, adattato al cinema da Roman Polansky qualche anno fa.

Tuttavia, se nel testo scritto da Yasmina Reza prevale la grettezza morale dei protagonisti, in questo spettacolo scritto da Longoni traspare la goffa, a volte disperata, umanità dei quattro personaggi, che vivono momenti di consapevolezza alternati ad altri di chiusura nel ruolo sociale recitato da molto tempo.

Persino l’arricchito imprenditore. all’inizio il più ottuso tra loro, mostra la propria fragilità di fronte a verità forse sconosciute o solo ignorate per comodità.

La scoperta dell’omosessualità dei figli è solo un pretesto per metter in scena il tema centrale della commedia: la consapevolezza e la conoscenza reale delle persone amate non è così scontata, al contrario di sovente in famiglia si ignorano le necessità e la vera essenza dei singoli membri con nefasti esiti.

Bassi, facendosi portavoce del pensiero dell’autore, si dichiara più ferito dal non aver capito il figlio e non dalla sua natura sessuale però sarà egli stesso a suggerire un’ipocrita condiscendenza di fronte ad un’altra scelta del suo ragazzo, che non sa accettare con serenità.

La straordinarieta’ della sceneggiatura di Longoni è insita proprio nella capacità di metter in scena, con ironia e disincanto, le contraddizioni infinite delle relazioni familiari; l’amore cambia l’esistenza delle persone ma ciò non vuol dire che il lieto fine sia assicurato ed il lavoro dietro alla vita di coppia è uno dei usuranti che gli esseri umani compiano.

Testo dai dialoghi brillanti, con battute fulminanti ed una sagacia attenta al nostro presente ed i suoi controsensi, non mostra nessun tempo morto e sa utilizzare con intelligenza l’enorme bagaglio di cliché su sessualità, gay ed amore, oltre a proporre momenti esilaranti che fanno ridere di gusto il pubblico.

Ogni personaggio è caratterizzato con certosina cura, dal look al linguaggio con cui si esprime, e ciò contribuisce a renderlo più vivo e tridimensionale.

Lo spettacolo, come dicevamo, è una classica commedia da camera con un trama vivace e moderna, in grado di affrontare brillantemente temi importanti e complessi ed intrattenere gli spettatori, emozionandoli e facendoli riflettere al contempo.

Merito, oltre che della bravura di Longoni, dell’ottimo cast le cui interpretazioni sono perfette per i ruoli recitati: Ettore Bassi possiede il giusto piglio dell’artista disincantato e pragmatico; Giorgio Borghetti ha una splendida voce, teatralmente parlando, e regala assieme a Bassi i duetti più divertenti della piece; Gaia De Laurentis, si conferma un’attrice brillante e dopo qualche iniziale tentennamento, dovuto all’emozione della prima, interpreta con divertita convinzione una casalinga disperata ma non troppo; Eleonore Ivone con la sua fisicità snella ed elegante è protagonista d’una riuscita interpretazione nei panni della giornalista progressista e modaiola.

I costumi di scena, creati da Margherita Longoni, hanno una funzione fondamentale nel delineare le differenti personalità, connotando esteticamente i protagonisti e la maschera mondana che indossano quotidianamente, dal tubino alla upper classe della De Laurentis all’abbigliamento trendy della Ivone, fino al completo elegante, che sarà piuttosto strapazzato, di Borghetti.

Scenografia, di Gianluca Amodio, azzeccatissima che presenta la sala da pranzo dei coniugi più bacchettoni, con un pannello che rappresenta lo spazio esterno della casa, che appare grazie alle luci nelle scene ambientate fuori dalla dimora..La sala da pranzo della malcapitata coppia rappresenta con precisione un ambiente borghese sofisticato nella sua semplicità dalle tinte pastello.

Una commedia gradevole ed appassionante che getta un’occhio al presente e porta in scena quattro personaggi tanto deprecabili quanto amabili.

Roberto Cesano