Al Teatro Palladium va in scena fino a 9 febbraio 2014 Le Sorelle Macaluso, di Emma Dante.
Una marcia funebre avanza dal buio, una processione grigia e tetra, da cui ogni tanto si staccano dei corpi che, dopo movimenti quasi convulsi, ritornano al proprio posto. Sette di loro si liberano del paludato nero e indossano i panni colorati delle Sorelle Macaluso: sette sorelle diverse nel carattere e nel modo di fare, che scherzano volgarmente tra di loro, si accusano degli errori del passato, ricordano quando erano, un giorno forse, allegre. Come quell’indimenticabile giornata al mare, così tanto agognata che nessuna di loro riuscì a dormire la notte prima; una gita passata tra canti, giochi in acqua e risate. Con un’inaspettata tragedia finale.
La famiglia nel teatro di Emma Dante non è mai un luogo accogliente e caldo, ma invece un ricettacolo di mostruosità, volgarità, una “carnezzeria” vera e propria, dove ci si urla in faccia con tutta la foga possibile e tutto il livore accumulato. Nel testo dedicato alle sorelle Macaluso si aggiunge il legame indissolubile con i propri morti, con cui ci si ritrova a lottare con spade e scudi come dei pupi siciliani. La morte torna inesorabile e prende voce per raccontare l’amara verità.
Uno spettacolo bellissimo e perfettamente in linea con la drammatugia della regista siciliana: la fisicità è esasperata, la lingua distingue e organizza gli attori, l’uso del siciliano rende tutto più terreno, domestico, forte; chi non lo parla, sottolinea la sua totale diversità dal resto del gruppo, le musiche amplificano il senso di straniamento. Attori bravissimi a reggere la tensione fisica che lo spettacolo comporta. Regia impeccabile.
Rimane solo un certo senso di incompiutezza,forse voluto, alla fine degli scarsi 75 minuti. La storia appare solo anticipata ma non narrata pienamente, come se si volesse lasciare il pubblico insoddisfatto ad attendere qualcosa in più. Occorre anche ricordare che questo tra gli ultimi spettacoli proposti dal Teatro Palladium, che nonostante diversi appuntamenti sold-out e le collaborazioni con il prestigioso Teatro di Roma, vedrà inesorabilmente calare il sipario, a causa dei ben noti tagli alla cultura.
Andrea Di Carlo