Dal 18 al 22 dicembre lo Spazio Diamante ospita, nella sala White, Daniele Ronco con il suo monologo a impatto ambientale zero Mi abbatto e sono felice.
Lo spettacolo, diretto da Marco Cavicchioli e prodotto dalla compagnia Mulino ad arte, arriva a Roma dopo aver girato l’Europa e aver vinto diversi premi- MaldiPalco 2015, CassinoOFF 2016, Premio voce della società giovanile, Anello verde migliore spettacolo green&smart nazionale 2018-.
Daniele Ronco, ispirandosi ai principi della Decrescita felice di Maurizio Pallante e alla vita del nonno Michele, offre una riflessione profonda e originale sui temi dell’ambiente, della sostenibilità e dei valori che legano tra loro le generazioni.
La figura del nonno, un modello di vita semplice e a basso consumo, lontano dai fronzoli e dagli sprechi del mondo moderno, diventa un punto di partenza per parlare del nostro tempo, dominato dal consumismo, suggerendo di scegliere un’economia pulita.
Il messaggio di ecosostenibilità ci viene veicolato in un modo geniale: Daniele recita pedalando su una vecchia bicicletta recuperata nel garage del nonno, e la dinamo collegata alla bicicletta fa illuminare i fari sul palco più o meno intensamente in base alla pedalata.
L’alternanza di luce fredda, luce calda e buio sottolinea i diversi momenti del racconto, che non è mai didattico, ma sempre scanzonato, delicato ed emozionante; pedalare diventa una metafora del nostro impegno quotidiano per il cambiamento: un piccolo gesto che, pur nella sua apparente semplicità, può avere un impatto significativo.
Ogni giro di pedale è carico di simbolismo, un movimento continuo verso un futuro più sostenibile e la bicicletta diviene un potente strumento di connessione tra il passato e il presente, con il nonno, che viveva in modo parsimonioso, ma anche alla necessità di reinventarsi per preservare il futuro.
La scena è minimale e all’insegna del riciclo, gli abiti indossati da Daniele sono quelli del nonno Michele.
Anche la musica è simbolica, dalla motivante Si può fare di più, alla commovente Nonno Hollywood di Enrico Nigiotti.
Ci hanno convinti che la felicità dell’uomo debba essere direttamente proporzionale a quanto produce e quanto consuma, ma questa corsa all’avere sempre di più rende veramente felici?
Probabilmente l’unica possibilità di salvezza, da un declino che sembra inarrestabile, è l’amore per noi stessi e per il nostro pianeta.
L’amore non si compra, non inquina e non crea PIL.
Mi abbatto e sono felice fa riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente e sulle scelte che determineranno il futuro del nostro pianeta, è un invito a rallentare, a consumare di meno e a vivere in armonia con ciò che ci circonda.
Laura Pazzelli