“Penso e scrivo per immagini, e, in questo spettacolo, ulteriore tappa del mio percorso di teatro musica, il racconto è come sempre onirico, poetico, istintivo: dalla strada alla memoria e all’amore, dal mare al cielo e a chi lo abita, alla terra nostra (..)” Lina Sastri, riguardo il suo spettacolo.
Quando un’attrice come la Sastri porta in scena uno spettacolo che s’intitola Mi chiamo Lina Sastri, si possiede la certezza ch’esso non sarà un’autocelebrazione dell’ego d’artista ma qualcos’altro, e tale convinzione trova conferma assistendovi.
Mi chiamo Lina Sastri è un atto d’amore verso le passioni della protagonista; quelle stesse che l’hanno definita come donna ed artista: la musica, il Teatro, Napoli, il rapporto con i maestri ed i propri cari.
Tale omaggio è scandito da un anelito di melanconia e sfuma nel Sogno, come un viale di ricordi, esaltato dal corpo e dalla voce di Lina Sastri; un corpo sensuale e ferino fasciato da un abito rosso, forse il colore più teatrale, ed una voce che sa essere calda e vitale, struggente nel lamento e forte nell’abbraccio.
Nei sette quadri tematici, da cui l’opera è composta, viene a galla la doppia natura artistica della Sastri che si mescola, dandole la possibilità d’essere attrice ed interprete musicale al contempo. Il talento e l’esperienza recitativi sostengono una voce, naturalmente bella, rendendola in grado di interpretare i pezzi cantati e non solo d’intonarli piacevolmente.
Attraverso brani di Pino Daniele, Renato Carosone, Enzo Murolo, Domenico Modugno ed alcuni scritti da lei, Lina Sastri narra di sé, del proprio mondo interiore; le parole che usa vengono da Pirandello e De Filippo ma le appartengono completamente, poiché è una vita dedicata all’arte quella messa in scena.
Mi chiamo Lina Sastri è un’opera di teatro musicale, durante la quale lo spettatore può godere della perfomance d’una delle icone dello Spettacolo del Belpaese, che passa con naturalezza da un registro più sentimentale a ritmi forsennati, da movimenti sensuali all’espressione del dolore.
Ad accompagnare l’attrice, una band talentuosa diretta dal maestro Maurizio Pica che è autore di arraggiamenti molto belli e suggestivi ed il lavoro straordinario di Alessandro Kokocinski, nella scenografia e le luci: in un paesaggio onirico alla De Chirico, una piattaforma obliqua e luci virate su tonalità blu esaltano il senso scenico della figura della Sastri, accentuandone il fascino magnetico e la suggestività di gesti e voce.
Kokocinski, pittore, scultore e scenografo di grande talento ha un sodalizio artistico con la Sastri da anni, che ha permesso ad entrambi d’esplorare a teatro soluzioni visive innovative e riuscite.
Professionalità, estro e passione; Lina Sastri è questo e molto altro ancora ed è semre una gioia per vista ed udito assistere ad un suo spettacolo, in questo caso scritto e diretto da ella stessa.
L’opera è in scena presso il Teatro Quirino fino al 9 ottobre.
Roberto Cesano