C’è una donna intenta a scrivere una lettera, dentro un’angusta stanza con una piccola finestrella; si rivolge ad una persona lontana con amore e malinconia, per raccontarsi senza filtri.
Attraverso questo fittizio dialogo con l’altro, la protagonista ripercorre le tappe salienti della propria vita costellata di privazioni e dolore: dal rapporto con l’amatissimo padre, di cui custodisce il regalo più gradito, il bambolotto Mio a cui s’aggrappò durante le feroci liti tra i suoi genitori.
Morto il padre, la protagonista si legò al patrigno, dopo un’iniziale rifiuto, ma la sua fu una felicità breve costellata da tante bambole, regalatele dall’uomo per conquistarla.
Per sfuggire all’orrore domestico, di cui la madre parve non accorgersi, si ritrovò in strada sola e con un figlio cui badare nella miseria.
Altro dolore ed altra privazione l’avrebbero attesa sino all’amaro epilogo dello spettacolo.
Mio per sempre è un intenso e spiazzante monologo d’un personaggio femminile vittima di un destino crudele ed immeritato in cui trovano spazio, malgrado tutto, la tenerezza e l’amore, incarnati nella bambola che la protagonista porta con se’ ovunque e nelle altre che aggiusta.
Non v’è spazio per catarsi o riscatto ma solo una spirale distruttiva, che ricorda la tragedia greca per l’ineluttabilità del fato della donna e le amare vicende messe in scena.
La violenza familiare, l’incapacità degli adulti di gestire i conflitti relazionali tutelando i bambini, la solitudine di un individuo costretto agli stenti senza alcun sostegno, sono i temi fulcro dello spettacolo diretto da Renato Giordano ed interpretato da Loredana Giordano.
Il testo, scritto da Pierfrancesco Franzoni, è una discesa all’inferi nella psiche di una donna disturbata a causa dei molteplici traumi vissuti, attraverso il flusso di coscienza della stessa protagonista.
Una dura e struggente accusa contro una realtà feroce ed implacabile con i più deboli, che tuttavia straborda in alcuni momenti nell’enfasi e nella retorica da melodramma.
L’intento è nobile e l’interpretazione della Giordano colma di passione e di fede nell’opera portata in scena.
Ma proprio per la potenza delle vicende narrate, avrebbe goduto di maggior riuscita attraverso un lavoro di sottrazione emozionale nell’approccio ai temi trattati.
Non ha aiutato l’uso della musica spesso sovrastante la voce dell’attrice, laddove suoni più soffusi ed interventi musicali meglio contestualizzati avrebbero accentuato le emozioni del personaggio.
Molto bella e suggestiva la scenografia, in grado di restituire la prigionia psichica della donna e che serba una sorpresa nella parte finale.
Nonostante alcuni limiti, Mio per sempre è un’opera commovente animata da nobili intenzioni e recitata dalla Giordano con grinta e cordoglio.
In scena fino al 23 ottobre presso il suggestivo Teatro Le Maschere nel cuore di Trastevere.
Roberto Cesano