A volte capita di essere insoddisfatti della propria vita e sognare di vivere quella di qualcun altro, ma siamo sicuri che sarebbe una buona idea?
La premiata compagnia Le Chat Noir torna al Teatro de’ Servi per provare a replicare il grande successo, ottenuto lo scorso anno con l’esilarante CTRL Z – Indietro di una mossa.
Questa volta, dal 10 al 15 gennaio, va in scena la divertente commedia Nel corpo di un’altra, sempre scritta e diretta da Annabella Calabrese e Daniele Esposito: Ginevra è una famosa influencer milanese;bella e superficiale, ha una vita che ruota intorno alla sua immagine pubblica, curata postando contenuti impegnati ma ammiccanti.
L’opinione dei suoi follower e della sua ricca e convenzionale famiglia è così importante per lei da farle tenere nascosta la relazione con Katia, la sua efficiente manager russa.
Ha paura di perdere la popolarità e nello stesso tempo si sente oppressa da essa.
Orietta è la ghostwriter di Ginevra: è lei a scriverle i testi, mentre coltiva il sogno di pubblicare il suo romanzo.
Orietta è depressa, si sente brutta e grassa, ed è segretamente innamorata di Marco, il suo goffo e imbranato vicino calabrese. In sostanza le due donne non potrebbero essere più diverse.
Quando Ginevra convoca Orietta per chiederle di immedesimarsi in lei in modo da scriverle testi più adatti, un demone, tramite un amuleto africano, si impossessa di Siria, l’assistente virtuale del telefono tarocco di Orietta, rendendola cosciente e capace di esaudire i desideri.
Desiderosa di compiacere la sua proprietaria, Siria accontenta il desiderio di Orietta di essere una vincente e quello di Ginevra di diventare invisibile, con esiti tragicomici.
La mattina dopo le due donne si svegliano con orrore l’una nel corpo dell’altra, innescando una lunga serie di situazioni imbarazzanti ed esilaranti.
Inutile chiedere a Siria di sistemare le cose in quanto l’assistente virtuale è stanca di non essere apprezzata e si rifiuta di collaborare, sentendosi libera di fare ciò che vuole, a partire dalla playlist.
Se è vero che da un lato lo scambio ha i suoi lati positivi, ad esempio Ginevra può finalmente dimenticare le sue intolleranze e mangiare ciò che vuole ed Orietta ha finalmente il corpo desiderato, dall’altro non è semplice vivere la vita di un’altra persona.
Orietta impara presto che il ruolo di influencer impone ritmi serrati, post da pubblicare, conferenze stampa e in più c’è il rapporto con Katia da gestire, mentre Ginevra cerca di rendere Orietta più fashion ma complica il rapporto con il vicino Marco, incitandolo ad essere più sicuro di sé e a non aver paura di prendere l’iniziativa.
Le due donne finiscono per distruggersi la vita a vicenda, prima non volendo, poi con intenzione, finché non si immedesimano veramente l’una nell’altra. Capiscono di aver sofferto entrambe, ma riusciranno ad aggiustare le cose?
Annabella Calabrese è sempre impeccabile e da vita a una Ginevra, detta Gingi, da leggere rigorosamente in corsivoe e ricca di sfaccettature.
Il suo personaggio evolve dalla celebrità frivola alla donna consapevole e realizzata, anche se non indovina mai un nome.
Orietta è una donna comune, insoddisfatta ma ancora piena di speranza, e Giovanna Cappuccio la fa diventare reale, nella fisicità e nei toni, nelle espressioni tristi e in quelle più allegre.
Entrambe sanno poi ribaltare completamente i loro ruoli, modificando gesti e accenti in un transfert esilarante.
Irena Goloubeva è bravissima a rendere sia l’efficienza che la dolcezza di Katia, ma è semplicemente strepitosa in versione dominatrice.
Marco, insicuro e un po’ nerd, è interpretato in modo realistico e buffo da Vincenzo Iantorno, anche grazie alla gestualità e alla postura.
Non vede ad un palmo dal naso sia fisicamente che in senso figurato. Spassoso il cameo in cui ispira Demetros, il protagonista del romanzo rosa di Orietta.
La scenografia e l’uso delle luci, curate entrambe da Daniele Scarlatti, sottolineano la dualità e le differenze tra le due protagoniste, riproducendo sul palco i loro salotti come in una sitcom anni 80.
Da una parte l’ambiente moderno e di design di Ginevra, dove domina il color fucsia, dall’altra il vecchio divano e il tavolo pieno di comfort food di Orietta, dove predomina il colore giallo.
Anche la musica evidenzia le differenze: Orietta ascolta la colonna sonora di Via col vento, mentre Ginevra si sveglia con Barbie girl.
Azzeccatissimi anche i costumi, sempre a cura di Annabella Calabrese, a partire dal pigiama con nuvole e arcobaleni di Orietta fino alle mise alla moda e rigorosamente fucsia di Ginevra.
Il tema centrale della commedia è l’accettazione di sé, declinato in modo leggero ma continuo, ribadito da Katia, che prova a sempre a dire che non è importante l’aspetto ma come ci si sente dentro al proprio corpo.
Si ride e si riflette, in una girandola di colori ed eventi comici.
Speriamo di vedere presto anche il terzo capitolo della Trilogia della tecnologia di Annabella Calabrese e Daniele Esposito, curiosi di scoprire cosa altro possa succedere.
Nel frattempo, però, qualcuno liberi Gigi D’Alessio! O no?
Laura Pazzelli