Al Teatro Trastevere debutta, dal 19 al 31 gennaio, la commedia Non ti fissare. Tu chiamale se vuoi ossessioni, nuovo lavoro della compagnia Come risolvere in 2.
Lo spettacolo è incentrato sulla compulsività, le manie e le stranezze che più o meno, consapevolmente, caratterizzano chiunque ed ispirato, in parte, alla narrazione brillante di Nick Hornby ed alle atmosfere surreali della comedy americana. Il testo è stato scritto a quattro mani dal collaudato duo Maria Antonia Fama e Lorenzo Misuraca.
In scena appaiono un autista ipocondriaco, una donna sola, un erotomane, una workaholic ed un iperconnesso: cinque personaggi costretti a condividere una lunga notte, nel bel mezzo del nulla. Ognuno di loro reagirà in maniera diversa all’imprevisto e l’incontro tra questi strani personaggi darà vita a situazioni inaspettate e dai risvolti esilaranti, in un mix tragicomico ed esplosivo. I cinque protagonisti parleranno, quindi, a turno delle proprie debolezze imbarazzanti, strane fissazioni e segreti inconfessabili quali amici immaginari, gesti scaramantici, l’ossessione per il lavoro, per il sesso o per i social networks, il terrore della solitudine o quello delle malattie e della morte.
Gli interpreti di questa originale ed irriverente commedia, ambientata in un’area di sosta di una non identificata autostrada, sono il consolidato ed affiatato gruppo formato da Alessandro Di Somma, Maria Antonia Fama, Ermenegildo Marciante e i nuovi interpreti Lidia Miceli e Francesco Bonaccorso.
Un cast di attori talentuosi, diretti dalla giovane regista Velia Viti, che recita mettendo a nudo aspetti maniacali dell’umanità contemporanea.
Il ritmo della recitazione è fluente e serrato e conquista il pubblico, rapito dal continuo avvicendarsi dei racconti e dei colpi di scena e da dialoghi colmi d’humour e graffiante ironia.
Le scene, semplici ma ben curate, sono di Paolo Carbone, scenografo tra i più apprezzati del panorama romano, già vincitore del Premio Cerami 2014.
La scelta dei brani musicali è ben fatta e non fa rimpiangere troppo la mancanza di musiche originali a compendio della rappresentazione.
Il risultato finale è una pièce frizzante e gradevole, che riesce a far ridere in maniera originale e quasi mai scontata.
Silvia Scalamonti.