
Due mondi, due generazioni, apparentemente distanti ma accomunati dalla condizione di esuli: il padre di Anna, comunista militante, scappò dal Fascismo con moglie e prole in Jugoslavia , finendo però incarcerato assieme al resto della famiglia per ordine del regime di Tito.
Slobo, probabilmente nato durante la guerra civile alla fine dello scorso secolo, è approdato nel Belpaese in cerca d’un futuro più prospero, ma ha rinunciato al sogno di divenire un attore teatrale.
I due protagonisti hanno entrambi attraversato il mare in direzioni opposte, in fuga dal passato ma costretti a venire a patti con un presente amaro e colmo di rimpianti.
Nella fioca luce della casa della donna, ella si perde in ricordi a metà strada tra realtà e fantasie tra slanci materni e una furia cieca verso il giovane badante, che a sua volta non vuol rivangare il proprio passato.
L’opera di Giorgio Serafini Prospero indaga con delicatezza nelle esistenze di due sopravvissuti, stranieri in Terra straniera, attraverso una quotidianità che si trascina come Anna, di cui non sapremo mai se la sua semi-infermità sia frutto della prigionia in Jugoslavia e quali ricordi siano reali. La donna rimpiange la mancata maternità quanto Slobo la carriera attoriale ; tanto ella è logorroica ed inconstante nei modi tanto il giovane pare distaccato, quasi rassegnato alla sua presente condizione, mostrandosi rabbioso solo quando l’anziana tenta di farlo parlare della sua vita passata.
Teatro di prosa, basato interamente sui dialoghi, dove il mare è la metafora di un Altrove agognato ma deludente ed i gabbiani, menzionati di sovente dalla protagonista, della ferocia insita nella natura umana.
Uno spettacolo ben scritto, supportato da bravi interpreti ed elementi scenici funzionali, luci, musica e la scarna scenografia.
Caterina Casini è completamente a suo agio nei panni dell’inquieta Anna, possiede una bella voce ed una padronanza totale della propria mimica. Alessandro Marmorini interpreta con naturalezza il ruolo dell’immigrato dell’Est europeo, riuscendo nell’impresa di simulare l’accento di Slobo senza cadere nel parodistico.
In scena presso le Carrozzerie N.O.T. fino al 9 maggio alle ore 21.
Roberto Cesano