Otello @ Globe Theatre Silvano Toti – Roma

In scena fino al 17 settembre, per la consueta rassegna estiva all’ Arena Gigi Proietti  Globe Theatre Silvano Toti, l’Otello di William Shakespeare diretto da Marco Carniti.

L’attuale stagione del Globe è allestita accanto alla storica struttura, in fase di ricostruzione, all’aperto nella bellezza del verde di Villa Borghese con l’auspicio di poter tornare all’interno del teatro il prossimo anno.

La vicenda dell’opera shakespearana è nota ai più, tanto che Otello e Jago sono diventati epiteti di gelosia folle e tradimento/manipolazione, ma la riassumeremo brevemente per chi non la ricordasse:

Otello, detto il Moro di Venezia, giunge a Cipro strappata ai Turchi dalla Repubblica Veneziana per governare; l’uomo, pur non essendo d’origini veneziane e dalla pelle scura, come denota il suo appellativo, è tenuto in gran considerazione per il suo genio militare ma ciò ha generato astio ed invidia di molti veneziani tra cui Jago, un suo sottoposto che aspirava al ruolo di luogotenente a cui Otello ha preferito l’avvenente protetto Cassio.

Per vendetta, Jago elabora un contorto piano che conduce Otello alla follia, inscenando una tresca tra la bella e giovane moglie del Moro, Desdesmona, e lo stesso Cassio.

In preda ad una gelosia irrefrenabile, il protagonista uccide la moglie per poi scoprire le macchinazioni di Jago e suicidarsi.

La sinossi dell’opera shakesperiana ne sottolinea, volutamente, l’attualità con riferimento ai tragici fenomeni del femminicidio e della violenza di genere: Otello assurge ad archetipo letterario dell’uomo che ammazza la propria compagna per un raptus psicotico.

Approfittando proprio della straordinaria aderenza con  il presente, prima dello spettacolo una voce registrata enuncia i nomi delle donne uccise in Italia negli ultimi anni; un’iniziativa apprezzabile per commemorarne la memoria ed umanizzarle attraverso il loro nome, emancipandole dal mero dato statistico di cronaca nera.

Jago, Paolo Sassanelli, è il fulcro della storia con il suo ardito e spietato piano ai danni del protagonista.

Onnipresente in scena, si rivolge direttamente allo spettatore con un sorriso, affilato come una lama, ordendo una trama maligna e sanguinosa con estremo piacere.

Le sue motivazioni sono oscure ed ambigue; non ambisce aprendere il posto di Otello né al suo prestigio presso Venezia, ma desidera voluttuosamente vederlo soffrire poiché lo disprezza e lo ritiene indegno della considerazione e i privilegi che la Repubblica Veneziana gli tributa.

Pertanto lo colpisce nel punto debole, individuato con acume e spirito d’osservazione, non come miltare e stratega ma come uomo, ovvero nel suo amore verso Desdemona.

Nonostante la giovane sposa abbia persino disconosciuto il padre per poterlo sposare, Otello si considera straniero in terra straniera penalizzato dalle sue origini etniche; Jago colta tale falla nella corazza emotiva del Moro di Venezia, ne approfitta per instillare nella sua psiche dubbi sulla condotta di Desdemona, conducendolo verso il baratro d’una folle gelosia fino alle estreme conseguyenze.

Se, come scritto sopra, Otello è un archetipo dell’uxoricida per insani motivi passionali, Jago invece è un modello ancestrale del Male fine a se stesso ed in ciò risiede l’inquietante fascino che Shakespaere ha saputo infondergli, nei suoi versi immortali.

L’adattamento di Carniti possiede una serie di piacevoli qualita: innanzitutto, il ritmo dell’opera in scena è estremamente moderno e serrato, azzerando eventuali cali d’attenzione nel pubblico nonostante la durata corposa dell’adattamento.

La modernità della messa in scena di Carniti è scandita da tutti gli elementi drammaturgici e scenici e gli spettatori sono trascinati nella vorticosa escation dei personaggi verso il tragico finale, nonostante esso sia noto.

Tale resa assicura uno spettacolo godibile e riuscito, per merito anche delle interessanti soluzioni sceniche di Fabiana Di Marco, le luci di Umile Vainieri ed i costumi di Maria Filippi, che ben contraddistuongono i personaggi in base alla loro attitudine caratteriale- dalle linde e bianche uniformi del bel Cassio, ai vestiti scuri di Jago, fino ai rimandi etnici tra Desdemona ed Otello che ne rimarcano il legame.

Paolo Sassanelli ci regala una prova attoriale eccellente; fagocita pubblico e palco con la sua versione del perfido Jago.

Maria Chiara Centorami è una splendida Desdemona ed irradia sensualità e candore al contempo, catturando con la sua interpretazione la natura della sfortunata consorte di Otello.

Maurizio Donadoni recita con vigore fisico il ruolo del protagonista; Il suo Otello è un gigante dai piedi d’argilla che diviene vittima e carnefice al contempo.

Fiero al suo apparire diviene sempre più incerto e quasi goffo nei movimenti, con improvvisi scatti violenti e sbalzi d’umore.

Per contrasto a Sassanelli, che lavora in sottrazione nell’interpretare Jago attraverso un uso pacato del corpo e dei movimenti, Donadoni è enfaticamente emotivo ed eccessivo nella sua  perfomance.

Una riduzione consigliata agli appassionati ed i neofiti del teatro di William Shakespeare.

Roberto Cesano