Piantando chiodi nel pavimento con la fronte @ Teatro Cometa Off – Roma

In scena fino al 20 ottobre presso il teatro Cometa off, nel cuore di Testaccio,  Piantando chiodi nel pavimento con la fronte per la regia di Pino Quartullo ed interpretato da Paolo Biag.

Tratto dal monologo scritto da Eric Bogosian, lo spettacolo è un impegnativo one man show in cui Biag recita ben 12 ruoli: ambientata nel 1994 e fedele al testo originale per volontà stessa dell’autore, l’opera risulta un puro concentrato dei ruggenti anni ‘90 in Usa, in tutte le sfaccettature del periodo.

Politica, sessualità, capitalismo, ansie e paranoie da fine millennio sono il fulcro dello spettacolo, che indaga tra le pieghe del Sogno Americano con impietoso sarcasmo e acume.

In scena una bandiera a stelle e strisce, davanti alla quale Biag si presenta per ben dodici volte con altrettanti monologhi che danno voce a una serie di personaggi al limite, tra cui un barbone sociopatico e allucinato, un pusher logorroico, un ex soldato ossessionato dalla sicurezza, un insicuro affetto da turbe sessuali e un impiegato eroinomane e arrabbiato col mondo.

Filo conduttore, l’ironia corrosiva di Bogosian che sminuzza con precisione chirurgica la società americana, madre di mostri e orrori.

Tuttavia, per quanto il testo risulti attuale, la volontà di non aggiornarne riferimenti e tematiche lo rende relativamente vintage; quasi un tuffo in un passato, ormai lontano anni luce e l’adattamento di Quartullo ne soffre.

Paolo Biag è protagonista d’una performance altalenante, caricato dell’impegnativa responsabilità di portare sul palco un numero elevato di personaggi; alcuni gli sono congeniali, altri, complice la scelta di caratterizzare con accenti particolari che restituiscano le sfumature originali del variegato inglese dei singoli personaggi, risultano più posticci e meno riusciti come interpretazione.

Gli va, in ogni caso, fatto un plauso per aver sostenuto una prova così impegnativa, come a Quartullo per aver riportato in Italia uno spettacolo, assente dai teatri nostrani da 25 anni.

Uno spettacolo adatto, soprattutto, a persone che hanno vissuto tale decennio e possono apprezzare le citazioni e temi insiti in esso.

Roberto Cesano