Fino al 13 ottobre presso il Teatro Quirino, è in scena Piccoli crimini coniugali, interpretato da Anna Bonaiuto e Michel Placido, che ha anche adattato il testo e curato la regia.
Tratto da un’opera di Éric-Emmanuel Schmitt, noto drammaturgo francese, lo spettacolo e’ una commedia da camera interamente affidata alla bravura dei due interpreti ed alle brillanti battute scritte da Schmitt.
Marco Francioni è uno scrittore di romanzi polizieschi, affetto da una momentanea amnesia dopo esser caduto dalle scale di casa e aver battuto la testa; a prendersi cura di lui,al ritorno dall’ospedale, è l’affascinante moglie che gli narra particolari della propria vita coniugale e della sua personalità, nel tentativo di riavviarne la memoria.
Tuttavia, il quadretto idilliaco descritto pare avere fin troppe forzature.
Piccoli crimini coniugali riprende nel titolo un libro scritto dal protagonista e dedicato alla coniuge e, in un gioco di specchi costante affabulazione e verità, incarna appieno la natura del legame tra i due protagonisti, caratterizzato da una tensione di fondo costante per tutto lo spettacolo.
La trama, piuttosto lineare nella sua arguzia, mette in scena uno dei temi più dibattuti e portati in scena d’ogni tempo, ovvero le difficolta’ e le sfumature del rapporto di coppia.
I personaggi di Schmitt sono estranei a se stessi ed al partner, ma contemporaneamente intimi e connessi, nel tentativo di proteggersi dall’altro e dalla propria persona.
La vita coniugale è una violenza, afferma il personaggio della Bonaiuto verso la parte finale dello spettacolo e forse la soluzione per alcuni, per rivitalizzare l’emotività, sta forse nel vivere tale aspetto della propria esistenza come un giallo e un mistero.
I due interpreti sono a loro agio totalmente nei rispettivi ruoli su cui, vista la natura del testo,
si poggia lo spettacolo; la loro alchimia viene fuori lentamente, come il ritmo stesso della storia, che decolla quando finzione e menzogne iniziano a venire a galla.
Anna Bonaiuto ha un’eleganza straordinaria nel portamento e nelle movenze; calcare le scene per lei è naturale come respirare.
Michele Placido con il suo brio, infonde al suo personaggio la giusta dose d’ironia e partecipazione alla disastrata relazione coniugale.
Lo spettacolo ha qualche momento morto nella parte iniziale, in parte voluto per necessità narrative, per poi conquistare l’attenzione e la partecipazione dello spettatore pienamente.
Importantissimo il ruolo delle luci di Pasquale Mari, che accompagnano i passaggi emotivi della vicenda e la bella scenografia di Gianluca Amodio, che ricostruisce l’appartamento della coppia, terzo protagonista dello spettacolo.
Roberto Cesano