Al teatro Marconi, dal 27 dicembre al 6 gennaio, va in scena Più vera del vero, commedia di Martial Courcier.
Il regista Felice della Corte dirige con tocco garbato Fabian Grutt, Fabrizio Gaetani e Valentina Corti, un trio di attori affiatati e alquanto bravi attori nel portare in scena l’amore ideale e la paura della solitudine.
La storia si svolge a casa di Giulio, Fabrizio Gaetani, un piacente quarantenne stanco di collezionare storie di una notte e via e perciò in cerca del vero amore; tuttavia il suo amico Franco, Fabian Grutt, lo considera troppo esigente nel sognare la donna ideale.
Per Franco in amore si fanno compromessi e alla fine ci si abitua ai difetti dell’altro, mentre Giulio preferisce restare solo piuttosto che accontentarsi.
Per il suo compleanno allora Franco decide di fare a Giulio un regalo particolare: un RCA222, un robot programmabile altamente umano, Chloè, Valentina Corti, un androide simile in ogni aspetto ad una donna, ricaricabile con una pasticca ogni 24 ore e completamente al suo servizio.
Giulio decide di attivare il programma speciale di simulazione dei sentimenti e si ritrova, improvvisamente, a dover gestire il suo rapporto con Chloè, che sa di essere la sua fidanzata da cinque anni ed è innamoratissima di lui.
L’uomo si affeziona al robot e ne diventa addirittura geloso, finché lei gli chiederà un figlio e come se non bastasse la ditta che la produce vuole ritirare tutti i suoi robot perché difettosi, lei compresa.
Fabrizio Gaetani rende bene l’evoluzione della personalità di Giulio e Fabian Grutt impersona perfettamente l’amico scanzonato e realista, con un simpatico tocco napoletano.
Valentina Corti è fantastica nell’interpretare il robot sia prima che dopo la programmazione speciale.
La scenografia è molto curata e rappresenta molto bene il salotto moderno di uno scapolo mondano.
A fare da perfetto sottofondo musicale alla strana vicenda troviamo le note di Ti sembra normale di Max Gazzè.
La storia insegna che per verificare se una idea sia veramente buona bisogna metterla in pratica e che la paura di perdere la libertà è in realtà paura di perdere la giovinezza.
Cos’è che ci rende veramente umani? Le reazioni umane non sono poi così diverse da quelle programmate e in fondo ognuno di noi è il risultato di tanti input venuti dalle esperienze vissute, meglio se torride e focose.
Questo il messaggio portante della brillante commedia.
Laura Pazzelli.