Il Teatro dei Satiri presenta la commedia Professione: Separata, scritta da Salvatore Scirè con Francesca Milani, Gabriella Di Luzio, Raffaele De Bartolomeis, Andrea Quintili, Debora Zingarello, Marina Benetti e la partecipazione in video della giornalista Rai, Manuela Lucchini.
L’autore incentra il suo lavoro sulla separazione, una condizione particolare della vita di coppia; condizione che può portare i suoi vantaggi se vista come un potenziale business. È quello che accade alla protagonista, Marta, che dallo status di separata crede di poter ricavare insperati introiti economici. La donna è stanca della monotonia della vita familiare con Fabio ed attratta da un istruttore di taekowondo, perciò decide, con l’aiuto dell’amica Ilaria, di separarsi dal marito senza perdere i benefici dovuti agli alimenti. Per farlo ingaggia un’avvocatessa senza scrupoli, specializzata in separazioni e assegni di mantenimento, che le rivela come ottenere il massimo degli alimenti dal coniuge. Per la legale, infatti, quello della separata è un vero e proprio mestiere che si basa proprio sul farsi mantenere dal marito allocco.
Per farlo, però, occorre avere una separazione per determinati motivi e per questo entra in scena l’attraente Lilly, amica a sua volta di Ilaria, che seduce il povero Fabio col fine di mettere in moto la macchina mangiasoldi, creata da Marta e le sue complici. Ma come dice il proverbio tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e quello che pareva un ottimo stratagemma per vivere senza lavorare diventa quasi un incubo.
Brillante la regia di Salvatore Scirè, che da una vicenda semplicissima crea una storia bizzarra ed esilarante.
Unica nota dolente è, forse, il linguaggio alquanto sessualmente allusivo usato dai vari personaggi, le cui azioni sono dettate dal desiderio fisico con tutte le conseguenze del caso.
Un plauso è invece riservato a Raffaele De Bartolomeis, che interpreta Cirillo, amico e vicino di casa di Fabio ossessionato dal sesso come gli altri personaggi, ma divertente ed affatto volgare nella sua semplice spontaneità.
Christian Vannozzi