Al Teatro Parioli Peppino De Filippo, Luigi De Filippo porta in scena Quaranta… ma non li dimostra, graziosa e garbata commedia giovanile di suo padre Peppino e sua zia Titina De Filippo. Quando andò in scena per la prima volta, nel 1933 al teatro Sannazzaro di Napoli, insieme ai due autori in scena c’era anche Eduardo; il successo fu clamoroso e contribuì ad affermare a livello nazionale i tre fratelli De Filippo.
La storia è semplice e lineare, ambientata negli anni ’50, subito dopo la fine della guerra. Don Pasquale, vedovo e padre di quattro figlie, fatica a trovare un marito alla più grande, Sesella, ormai quarantenne. Quest’ultima da sempre si è dedicata solo alla casa e alla famiglia, sacrificando sé stessa per il bene di suo padre e delle sue sorelle. Quando sembra aver trovato finalmente un uomo da sposare si trasforma e diventa simile alle altre, ragazze frivole e alla moda. Ma il tutto si rivela frutto di un equivoco e Sesella deve rassegnarsi a non vedere realizzare il suo sogno d’amore. Il lieto fine non trova spazio in questa opera teatrale che, nata sotto gli auspici della guerra, non poteva non riflettere nella sua stesura originaria il pessimismo e la rassegnazione di un’epoca in cui la speranza era solo una chimera lontana.
La commedia mostra ancora oggi elementi di estrema attualità, con la carrellata di personaggi maschili e femminili che somigliano a caricature più o meno delineate di una società, che seppur diversa nei costumi e negli stili di vita, si avvicina molto a quella in cui viviamo: la zitella alla disperata caccia di un fidanzato, lo scapolone d’oro, la bella senz’anima, il figlio di papà, l’intellettuale innamorato e poco fortunato, la svampita dai vestiti firmati e l’adolescente in piena crisi ormonale, oltre all’anziano padre, magistralmente interpretato dallo stesso regista Luigi De Filippo. Il risultato è una sinfonia armoniosa che funge da sottofondo per l’emergere di voci soliste, diretta magistralmente dal grande attore napoletano che coordina le entrate e le uscite dei personaggi con perfetta sincronia.
Luigi De Filippo cattura il pubblico col suo viso familiare e pulito, riuscendo a rendere esilaranti anche le battute più semplici con i suoi tempi comici perfetti. I suoi attori, che avranno senz’altro carpito da lui alcuni segreti del mestiere, danno vita ad una rappresentazione scorrevole e senza tempi morti, incastrando perfettamente le rispettive battute in un ritmo sempre incalzante.Tutti gli attori in scena sono bravissimi e abilissimi nel caratterizzare i loro personaggi, facendo emergere un affiatamento che coinvolge il pubblico in sala fino all’ultima battuta.
La scenografia è semplice ma efficace, un salotto borghese con il balconcino che si affaccia sulla Napoli degli anni ’50. Ci si sente quasi a casa e si respira l’atmosfera familiare della vivace famiglia di Don Pasquale e degli amici che ruotano loro intorno.
Uno spettacolo per ridere e riflettere semplicemente, con una leggerezza che nessuno al giorno d’oggi sembra capace di proporre, in un’epoca di risate sempre più spesso provocate unicamente da volgarità e banalità. Fortunatamente, Luigi De Filippo riesce ancora ad incarnare quel tipo di teatro che veicola efficacemente i valori e i sentimenti sani della tradizione.
Assolutamente da non perdere, in scena fino al 10 maggio.
Claudia Belli