Re Lear @ Teatro Argentina – Roma

E’ in scena fino al 10 dicembre al Teatro Argentina di Roma, il Re Lear di Giorgio Barberio Corsetti, adattamento della tragedia di William Shakespeare ambientato nel tempo di adesso.

Gli attori, come nella tavolozza dei colori di un pittore, prendono vita e indossano abiti contemporanei, dai colori sgargianti e decisi mentre l’incipit dello spettacolo strizza l’occhio al film La Grande Bellezza di Sorrentino.

L’opera si apre, infatti, con una festa video-proiettata e la messa in scena si dipana attraverso l’uso di video, dalle interessanti creatività grafiche; riprese che inquadrano gli ambienti e che indirizzano le scene.

La scenografia minimalista si avvale di divani calati dall’alto, scale stilizzate e pedane mobili che entrano ed escono dalle quinte in maniera funzionale. L’aspetto visivo dell’adattamento e’ ben sottolineato dall’eccellente accompagnamento dal vivo del musicista Luca Nostro.

In questa cornice si sviluppano tutte le trame note dell’opera del Bardo: la lotta dei padri contro i figli e dei figli contro i padri; la lotta per il potere che porta alla follia e alla perdizione, alla frantumazione dei regni e delle famiglie; dove i matti sono gli unici che vedono con lucidità gli accadimenti e dove i cosiddetti normali diventano folli  accecati dall’odio, dalla gelosia,  dalla lotta per il potere e dal degrado morale.

Il protagonista, Ennio Fantastichini,  interpreta il re shakespeariano, qui visto non solo come un vecchio monarca che, giunto al finire dei suoi giorni, abdica in favore delle sue due figlie ipocrite – Goneril e Regan – rinnegando invece la terza,  più sincera e amata – Cordelia, ma anche come un tronfio e. irresponsabile monarca, desideroso  di spogliarsi della corona solo per godersi la vita, attraverso una rinnovata gioventù, avendo perso essa in quanto schiacciato dal peso delle responsabilità di monarca.

Il re poi si perderà nella follia del dolore, provocato dal non aver compreso la sincerità dell’unica figlia che lo amava veramente, Cordelia, e dalle crudeltà e il tradimento perpetrato dalle altre due figlie; la caduta di Lear porterà rovina a quasi tutti gli altri personaggi, coinvolti anche loro malgrado in una perversa spirale di malvagità senza scampo.

L’interpretazione di Fantastichini è fisicamente forte e generosa, imbastita con indubbio mestiere, alternando l’enfasi di un Lear potente sovrano allo strazio del vecchio scacciato dalla sua discendenza.

Molto riuscite le prove attoriali di Gabriele Portoghese, soprattutto nei panni del finto povero pazzo Tom e di Francesco Villano, uno spietato bastardo e seduttore privo di scrupoli.

Nel complesso lo spettacolo risulta apprezzabile, anche se permane la sensazione che l’aspetto estetico e iconico abbia prevalso sulla potenza del testo shakespeariano.

Igor Pagan