Il 27 aprile 2015 il Teatro Quirino ha messo in scena uno spettacolo che esula dal solo palcoscenico teatrale per instaurarsi nella stessa società civile. Refugees è infatti tratto dal romanzo La Notte della Fuga, edito dalla casa editrice Avagliano a cura del Centro Astalli, che ha raccolto le testimonianze, a volte veramente strazianti, di alcuni migranti.
Prima dello spettacolo viene presentato un piccolo resoconto degli eventi di cronaca che hanno coinvolto i poveri uomini, donne e bambini che si sono persi in mare, quel Mar Mediterraneo una volta culla della civiltà e ora portatore di morte e sciagura, con le parole di Papa Francesco a non voltarsi dall’altra parte e a non rimanere insensibili quando alcuni nostri fratelli perdono la vita in un modo tanto assurdo da non poter credere di essere vero.
Protagonisti sul palco personaggi del calibro di Claudia Koll, affascinante come sempre, che leggerà le storie dei due personaggi femminili, Ugo Bentivegna, che recita le sorti dei due personaggi maschili e Valeria Contadino che accompagna canoramente le vicende.
Lo spettacolo si apre con le vicende di numerosi personaggi celebri della storia, della letteratura e della scienza, sia italiani che stranieri, che furono costretti a migrare e a chiedere asilo politico. Primo fra tutti Dante Alighieri fino ad arrivare al grande Einstein e a Isabelle Allende, tutti condannati all’esilio perpetuo lontano dalle terre che amavano e da amici e persone care. Tutto ciò si ripete oggi nelle strazianti storie di quattro ragazzi giovanissimi fuggiti dai loro paesi non in cerca di gloria e di ricchezza ma solo per continuare a vivere.
La prima storia raccontata dalla voce di Ugo Bentivegna parla di un ragazzo fuggito dal Kurdistan a causa dell’opprimente governo turco che non gli permetteva nemmeno di parlare la propria lingua, spiegando che per quanto la vita in Italia possa essere dura non lo è mai quanto nel suo Paese. Il secondo protagonista è una donna colombiana raccontata da Claudia Koll, che spiega come abbia dovuto lasciare la sua nazione a causa della criminalità che dilaga in Colombia e che non si fa scrupoli nell’uccidere uomini, donne e bambini. La terza storia, raccontata nuovamente da Ugo Bentivegna, prende in esame la spaventosa situazione dei villaggi della Mauritania, dove ancora si vendono come schiavi delle persone, e la storia di un ragazzo schiavo dalla tenera età di nove anni che, una volta fuggito e tornato alla libertà, ha la fortuna di essere nuovamente padrone del proprio destino. La quinta storia rivede protagonista Claudia Koll che racconta una giovane ragazza del Congo, intelligente e studiosa, arrestata e torturata perché creduta in combutta contro il governo e costretta a fuggire per non perdere la vita. Quattro storie toccanti che il pubblico non potrà mai più scordare e che permettono di vedere con occhi diversi e sicuramente più umani i vari stranieri che vediamo dalla nostra finestra e sotto le nostre case, il tutto accompagnato da intermezzi canori curati dalla bravissima Valeria Contadino e accompagnati da graziosi balletti.
Per finire entra in scena anche l’Italia, con la storia di una giovane donna siciliana di inizio novecento, che lascia il suo Paese per vivere una vita migliore in Argentina, trovando le stesse difficoltà che trovano oggi i migranti, per non dimenticare la nostra storia e la realtà che anche noi fummo migranti, e più di tutti gli altri popoli dovremmo capire i sogni e le esigenze di coloro che oggi attraversano mari e deserti per giungere in un luogo dove poter avere le stesse opportunità degli altri.
Christian Vannozzi